PCS_Admin – Pagina 5 – Pordenone Docs Fest

Il nostro Manifesto Green

Il Pordenone Docs Fest e Cinemazero da anni adottano, con continuità, azioni volte alla sostenibilità ambientale e sociale.

Nel corso del 2022, AFIC (Associazione Festival Italiani di Cinema) ha elaborato le Linee Guida Green Festival, che prendono spunto e comprendono alcune di queste buone pratiche, fornendo ispirazione per migliorarle e ampliarle.   

Le Linee Guida nazionali, in sinergia con le indicazioni che Europa Cinemas sta elaborando a livello europeo, forniscono l’occasione per raccogliere in un unico documento e valorizzare tutte queste azioni, aprendo il festival a un confronto ampio con altre realtà culturali che operano a livello italiano e internazionale

Al fine di definire e mettere in campo future azioni efficaci e concrete nel campo della sostenibilità, il festival si è impegnato e si impegna a misurare le proprie emissioni di CO2eq per alcune delle aree tematiche individuate dalle Linee Guida. Tali azioni, insieme a quelle legate all’educazione ambientale, verranno realizzate grazie al supporto tecnico di ARPA FVG.

Riprendiamo le aree tematiche individuate dalle Linee guida per rendere il festival più ecologico, indicando le azioni che realizziamo già da tempo o intendiamo realizzare.

1. MOBILITÀ SOSTENIBILE

Sensibilizziamo lo staff, gli ospiti e il pubblico rispetto alla volontà del festival di promuovere forme di mobilità sostenibile nell’organizzazione e per la fruizione dell’evento.

Il centro di Pordenone rappresenta un ottimo esempio di “città dei 15 minuti” e, per lo staff, gli ospiti e gli spettatori del festival, spesso le distanze possono essere anche più brevi, da percorrere sempre a piedi o in bicicletta. Presso l’edificio di Cinemazero, sono già presenti le rastrelliere per le biciclette.

Per incentivare l’arrivo degli spettatori a Pordenone con i mezzi pubblici, muovendosi poi a piedi o in bicicletta in città, chi arriva in treno o autobus avrà diritto a una riduzione sull’abbonamento al festival (verrà attivata un’opzione “abbonamento green”).

Per facilitare gli spostamenti sostenibili, specialmente per chi non conosce la città, pubblicheremo sul sito e diffonderemo una mappa con i luoghi del festival, i punti per il bike sharing (verificando i costi e la possibilità di offrire sconti per l’utilizzo) e le colonnine per la ricarica di mezzi elettrici.

Verranno inoltre comunicati gli orari dei treni e bus per raggiungere Pordenone. Per chi non vive molto lontano e potrebbe rientrare in giornata, proporremo di fermarsi una notte in città, anche con l’obiettivo di valorizzare il territorio e le opportunità che offre, accanto al festival (si veda punto 9).

Anche i cittadini pordenonesi saranno invitati a raggiungere i luoghi del festival con modalità sostenibili. In generale, Cinemazero metterà in campo per il 2023 alcune azioni per incentivare i residenti a non usare l’auto per andare al cinema.  

2. CONSUMI ENERGETICI SOSTENIBILI

L’indicazione generale di AFIC è di utilizzare energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, privilegiando i fornitori di energia sostenibile e di attuare tutte le misure possibili per la riduzione dei consumi energetici.

Cinemazero si sta dotando di pannelli fotovoltaici per ridurre il suo impatto dal punto di vista energetico.

Lo staff e, tutto l’anno, i dipendenti di Cinemazero, sono comunque invitati ad adottare comportamenti volti al massimo risparmio di energia, quali:

– spegnere e scollegare tutte le attrezzature elettriche ed elettroniche nelle ore di inattività;

– sospendere l’utilizzo di reti, connessioni e telefoni quando non strettamente necessario;

– ridurre al minimo indispensabile l’illuminazione artificiale dei locali e prevedere lo spegnimento delle luci quando non necessarie;

– impostare il sistema di condizionamento dei locali su temperature adeguate alla stagione: nel periodo invernale non superare i 20°C e nel periodo estivo stabilire una temperatura che non superi i 6° di differenza rispetto alla temperatura esterna, ricordando sempre di spegnere il riscaldamento o il condizionatore quando i locali sono vuoti.

Il festival evita l’utilizzo di radiatori esterni e funghi riscaldanti negli spazi esterni.

Al fine di utilizzare un sistema di illuminazione il più possibile a basso impatto energetico, è in fase di completamento il relamping dell’intera struttura attraverso la sostituzione di un’illuminazione tradizionale con apparecchi LED di ultima generazione a basso consumo.

Per il 2023 Cinemazero ha in programma la realizzazione di una serie di interventi – finanziati grazie al PNRR – per l’efficientamento energetico della struttura, con l’obiettivo di renderla ancora più moderna e sostenibile, sia dal punto di vista ambientale che economico. Il progetto prevede diverse modifiche, a partire dalla sostituzione delle attuali centrali termiche, con un nuovo impianto dotato di scambiatori di calore in grado di recuperare l’energia e ridurre in consumi e una nuova UTA, anch’essa dotata di recuperatore di calore e di moderni sensori per garantire la qualità dell’aria. Inoltre, sul tetto dell’edificio, verrà installato un impianto fotovoltaico in grado di produrre 21.617,6 kWh annui.

Il festival si è impegnato e si impegna a misurare le proprie emissioni di CO2 sia per quanto riguarda il consumo di energia sia quelle relative alla produzione di rifiuti. Tale azione è mirata a mettere in campo future azioni concrete per la riduzione delle emissioni, a partire dai dati raccolti in modo scientifico con il supporto di Arpa FVG.

Il festival, per la compensazione delle emissioni residue relative alle ultime due edizioni, ha avviato una collaborazione con la Fondazione Giant Tree e, per ogni ospite, sono stati versati 3 Euro, con la finalità di piantare alberi. Anche gli spettatori sono stati invitati a contribuire.

3. STAMPA DEI MATERIALI

Per i materiali promozionali, viene utilizzata carta naturale di pura cellulosa E.C.F. – FSC proveniente da fibre di riciclo.

Per evitare lo spreco di carta, i dipendenti e lo staff sono invitati a ridurre la stampa di materiali, privilegiando il formato elettronico.

Tutti i materiali sono stampati fronte e retro.

La campagna di promozione è basata sulla distribuzione di materiale cartaceo in luoghi strategici e in modo mirato.

Alcuni materiali vengono realizzati online, quando non si ritiene sia necessaria la stampa.

Il pubblico è invitato tutto l’anno a privilegiare l’acquisto del biglietto online, anche con una precisa indicazione sui programmi cartacei, oltre che sul sito, newsletter, social network…

4. ALLESTIMENTI

Per gli allestimenti privilegiamo materiali rinnovabili, riciclati e riciclabili, senza riferimento al numero di edizione, per poterli riutilizzare nel futuro. Tra questi, i cartoncini per il voto del pubblico non indicheranno più i nomi dei film né l’edizione, ma saranno riutilizzabili.

Per decorare gli ambienti usiamo esclusivamente piante in vaso.

Una sintesi del manifesto, con indicazioni pratiche e suggerimenti per gli ospiti, in forma di breve decalogo, andrà a fare parte degli allestimenti e della comunicazione del festival.

5. GESTIONE DEI RIFIUTI

Tutto l’anno, Cinemazero gestisce i rifiuti seguendo il sistema di raccolta differenziata. Durante il festival, l’operazione richiede un maggiore impegno: su questo fronte lavoreremo nell’edizione del 2023, in modo da ridurre il più possibile la produzione di rifiuti. I materiali che utilizzeremo per gli aperitivi nello spazio di maggiore socializzazione antistante al cinema saranno tutti compostabili. Verranno messi a disposizione posacenere in modo da evitare che le sigarette vengano buttate a terra o mescolate con i rifiuti organici.

In generale l’impegno, tutto l’anno, è rivolto a ridurre il più possibile la produzione di rifiuti, specialmente di plastica, incentivando l’uso di borracce anche da parte dei dipendenti.

6. PRODUZIONE GADGET

I premi per i vincitori delle varie sezioni del festival sono realizzati in legno.

Il festival, nel passato, ha recuperato diversi materiali per realizzare gadget ecologici (un esempio sono le borse ricavate da un laboratorio di sartoria sociale con gli striscioni non più utilizzabili).

Quest’anno le borse non riporteranno più il numero della specifica edizione.

Anche per i cordini dei badge, eviteremo di fare riferimento alla specifica edizione, in modo da poterli riutilizzare, e non useremo plastica.

7. GESTIONE DEGLI OSPITI

Nell’invitare gli ospiti, li incoraggeremo a viaggiare in treno o pullman, comunque suggerendo sempre l’opzione più ecologica, senza dare per scontato che prendere l’aereo sia per l’ospite il modo preferito per viaggiare.

Per i viaggi degli ospiti da e per l’aeroporto, il festival utilizzerà auto a basse emissioni, ibride o elettriche, oltre a privilegiare i trasporti condivisi.

Vengono privilegiate strutture ricettive che dimostrano attenzione alla sostenibilità. Alle strutture partner verrà inviato il testo del manifesto.

Gli ospiti troveranno una lettera di benvenuto in cui verranno fornite indicazioni sia sulla mobilità in città (vedi punto 1) sia una mappa di locali e negozi in cui trovare prodotti locali a basso impatto ambientale.

8. SOSTENIBILITÀ ALIMENTARE

Un capitolo importante, spesso sottovalutato, è quello dell’impatto ambientale dei cibi e delle bevande che consumiamo.

È raccomandato l’uso di acqua di rubinetto, dallo staff agli ospiti. Non vengono utilizzate bottigliette d’acqua durante gli incontri e i dibattiti, privilegiando l’uso della brocca se necessario, durante il festival e in generale a Cinemazero.

I locali convenzionati con il festival sono invitati a:

– non somministrare acqua in bottiglia, prediligendo quella microfiltrata alla spina;

– proporre vini e cibi del territorio, a chilometro zero, biologici, etc;

– proporre sempre un’alternativa vegetariana e vegana;

Bevande e alimenti vengono somministrati usando stoviglie biodegradabili e compostabili.

I buffet offerti dal festival saranno calcolati in modo da evitare gli sprechi alimentari e utilizzando prevalentemente prodotti vegani o vegetariani, di stagione e a basso impatto ambientale.

9. CULTURA AMBIENTALE E SOSTENIBILITÀ SOCIALE

Molti dei contenuti dei film presentati al festival contribuiscono a sensibilizzare il pubblico sulle problematiche ambientali e sulla necessità di agire per la sostenibilità, dimostrando che la dimensione ambientale va di pari passo con quella sociale.

Cinemazero, non solo durante il festival ma nelle sue attività quotidiane, dà preferenza ai fornitori locali, a parità di sostenibilità di offerta.

Cinemazero e la Mediateca sono privi di barriere architettoniche e accessibili alle persone diversamente abili e con esigenze specifiche. Inoltre, sono dotati di un sistema di gestione della sicurezza dei luoghi e della salute dei lavoratori.

Tutte le iniziative promosse da Cinemazero sono inclusive, devono promuovere l’uguaglianza di genere e la piena partecipazione, anche in termini di fruizione autonoma, sicurezza, comodità e benessere.

Il festival sta elaborando linee guida per una comunicazione inclusiva, finalizzate a ll’utilizzo di un linguaggio quanto più inclusivo possibile e in questo percorso intende coinvolgere le principali realtà culturali del Friuli Venezia Giulia.

Il festival (e Cinemazero per tutte le altre iniziative) opera valorizzando i giovani talenti e coinvolgendo nell’organizzazione uno staff trans-generazionale. È stata scelta, per rappresentare il festival, l’immagine di un fotografo under 35, giovane ma già affermato a livello internazionale, Mattia Balsamini, originario di Pordenone.

Molte sono le azioni volte a valorizzare il territorio. Nello specifico, durante il festival verranno fornite agli ospiti indicazioni sulle peculiarità che troveranno e, al momento dell’accoglienza, lo staff sarà a disposizione per consigliare specifiche destinazioni da visitare a seconda dell’interesse (da Pordenone, ad esempio, si può suggerire la visita di Casarsa e del Centro studi Pasolini, come quella al Palù di Livenza, patrimonio Unesco). Tutto ciò contribuisce a rendere unica l’esperienza del visitatore a un festival che coniuga la cura dei rapporti con le persone e l’attenzione all’ambiente e al territorio.

10. FORMAZIONE E COMUNICAZIONE

Il manifesto stesso della XVI edizione del festival, con un’immagine di Mattia Balsamini, vuole veicolare un messaggio ecologico: quello della riduzione dell’inquinamento luminoso e la protezione del buio, un tema noto ma non molto presente nel dibattito pubblico. La forza del Pordenone Docs Fest sta proprio nella capacità di ricercare prodotti di nicchia e portarli al grande pubblico.

Nell’affrontare il tema della sostenibilità della manifestazione è importante, per non cadere nella retorica e per guadagnare la fiducia e il rispetto del pubblico, comunicare in modo chiaro l’impegno, le strategie e i risultati, prima durante e dopo la manifestazione. A tal fine abbiamo predisposto questo decalogo, con tutto ciò che facciamo e intendiamo fare, in termini di azioni concrete. Prima, durante e dopo il festival, vigileremo affinché tutto quanto qui dichiarato sia realizzato.

Intendiamo proporre un percorso di formazione ambientale per il personale assunto e volontario della manifestazione affinché conoscano e promuovano il rispetto alle politiche ambientali dell’ente.

Le proiezioni dedicate alle scuole avranno, tra l’altro, come obiettivo l’educazione ambientale. Si tratta di un aspetto su cui Cinemazero lavora da anni, in particolare in collaborazione con il Laboratorio Regionale di Educazione Ambientale di ARPA FVG e con associazioni quali Legambiente, per la sensibilizzazione del pubblico non solo attraverso le proiezioni a tema ambientale ma anche con azioni concrete.

Be my voice da ora on demand!

“Be my voice” di Nahid Persson è ora disponibile on demand su CG tv, Apple tv, iTunes, Prime Video Store, Chili, e Google Play.Il filmoffre allo spettatore un’occasione per leggere la complessa situazione dell’Iran, Paese che sta vivendo uno dei più grandi atti di disobbedienza civile mai registrati.

È distribuito in Italia da Tucker Film insieme al Pordenone Docs Fest – Le Voci del documentario, dove ha conquistato il Premio del Pubblico.

Il potentissimo documentario della regista Nahid Persson (Prostitution Behind the Veil), racconta una donna, un popolo, una scelta. Masih Alinejad è l’esempio per milioni di donne iraniane che si ribellano contro l’hijab forzato: guida uno dei più grandi atti di disobbedienza civile nell’Iran di oggi e usa la sua libertà in esilio per dare voce alla protesta nel suo paese d’origine. Una guerriera lontana dalla sua terra (oggi vive sotto protezione negli Stati Uniti) ma non dall’anima del suo Paese, che lotta da anni contro ogni limitazione dei diritti civili, per il rispetto delle donne. In Be My Voice sono raccolte testimonianze e video inediti, che portano ad altissimo ritmo dentro un fronte di battaglia che conosciamo ancora troppo poco.

Tango con Putin ritorna in sala!

Natalia Sindeeva, direttrice dell’unica televisione indipendente russa: “Dozhd TV – Il canale dell’ottimismo”, è stata dichiarata “agente straniero” da Mosca lo scorso 29 ottobre. Il provvedimento interessa anche due suoi collaboratori, due giornalisti che assieme a lei continuano da mesi a fare informazione libera dalla Lettonia, attraverso Youtube. Proprio in questi giorni la storia di “Dozhd TV” e di Natalia arriva nei cinema italiani con il documentario “Tango con Putin”, a Cinemazero di Pordenone, Visionario di Udine e Kinemax di Gorizia dal 3 novembre.

Il film, con il titolo originale di “F@ck this job”, è stato presentato in anteprima nazionale lo scorso aprile, in occasione della XV edizione del Pordenone Docs Fest, e oggi viene distribuito in sala da OpenDBB. Uno dei primi gesti di Putin dopo l’invasione dell’Ucraina è stato la chiusura di Dozhd, il 4 marzo, un’isola di libertà politica e di attenzione ai diritti civili, l’ultima emittente rimasta a dare voce alle minoranze, nota come Rain TV. Dozhd infatti significa pioggia. “Tango con Putin” ne racconta l’ascesa e il declino.

È il 2008 quando Natalia, una donna ricca di 35 anni, in cerca di fama e visibilità, decide, piena di ottimismo, di lanciare una nuova televisione indipendente: Dozhd TV. Accanto a lei c’è una squadra di giornalisti giovani ed entusiasti, tra cui Vera Krichevskaya, regista del documentario. Insieme, si troveranno presto a combattere una guerra tra verità e propaganda e Natalia perderà i suoi soldi. Suo malgrado, la sua “creatura” diventerà l’unica voce libera nella Russia di Putin. Quando la televisione compie dieci anni, è costretta a chiudere. Poi, sappiamo, riaprirà e chiuderà ancora, in una storia che non sembra finire.

“Tango con Putin” è un importante documento, che mostra le contraddizioni e la censura del governo russo. Il racconto in presa diretta è di Vera Krichevskaya, regista e testimone delle scelte controcorrente, ambiziose e coraggiose della sua editrice. Vera, co-fondatrice e co-proprietaria di Dozhd TV, afferma: «Sono stata la seconda persona a entrare in redazione, piena di ottimismo e ingenuità, come Natalia, la protagonista. Lei è riuscita a crederci fino al 2019, mentre io avevo già perso tutto lo slancio. La chiusura dell’emittente e del nostro sogno di una televisione indipendente in Russia sarebbe stata il cuore del film. Ma come sempre nei documentari, non si sa mai come va a finire».

PnDocsFest: è di Mattia Balsamini la foto della XVI edizione

È di Mattia Balsamini la foto simbolo della XVI edizione del Pordenone Docs Fest. Le voci del documentario, il festival di Cinemazero che ogni anno porta in città il meglio del cinema del reale da tutto il mondo. Nel 2023 la kermesse si terrà dal 29 marzo al 2 aprile e vedrà una novità: per la prima volta il manifesto presenta un’immagine a firma di un artista, locale ma di chiarissima fama, fotografo giovane ma già affermato nel mondo, nella cui figura e opera la dimensione internazionale si intreccia con quella locale. Nato a Pordenone nel 1987, Balsamini si trasferisce giovanissimo negli Stati Uniti per studiare fotografia e inizia a lavorare in California, prima in ambito commerciale, poi presso lo studio di David LaChapelle, una star del settore. «A quel punto ho deciso che volevo farlo io, quel mestiere. Sono tornato in Italia e mi sono messo in gioco», Balsamini racconta così la sua scelta controcorrente, «all’inizio ho abitato a Milano, ma non vedevo l’ora di venire in Friuli. Ho un legame molto forte con questi luoghi». Ed ecco che sono arrivati i lavori per i più grandi marchi internazionali e – fra gli altri – Financial Times, Fondazione Prada, GQ, GEO, Internazionale, Liberation, il Max Planck Institut di Monaco, il MIT di Boston, la NASA, TIME, The New York Times, The Observer, il Politecnico di Milano, The Guardian, Vogue, WIRED… Inevitabile la sinergia con il Pordenone Docs Fest, che ha sempre avuto uno sguardo globale, restando ben radicato sul territorio e pronto a valorizzare gli artisti contemporanei, come da tradizione di Cinemazero. E i punti di contatto non si fermano qui: l’impegno per l’ambiente è un altro aspetto che lega il festival, che da anni porta avanti azioni mirate alla sostenibilità, e il lavoro di Balsamini. La foto simbolo di Pordenone Docs Fest 2023 è legata a un articolato progetto di ricerca artistica che verrà presentato all’inizio del prossimo anno dedicato all’inquinamento luminoso e all’incredibile “scomparsa del buio”, luce e oscurità che sono anche elementi caratterizzanti del cinema. Nel suo lavoro, Balsamini mette al centro storie che intrecciano scienza, tecnologia, temi sociali e problematiche ambientali, rappresentandoli in modo onirico. «Mi dedico agli aspetti più oscuri, meno conosciuti, cercando di portarli alla luce in una chiave tale da incuriosire, per attirare l’attenzione di chi non li aveva mai considerati. In particolare, nella mia ricerca fotografica rivaluto il rapporto tra luce e ombra. Di qui il tema del buio, inteso non come entità da cui proteggersi ma come spazio per esprimermi, per dare respiro a ciò che non si considera, per far emergere qualità che vengono appiattite dalla troppa luce che ci circonda giorno e notte».

È questo anche il senso del festival del documentario di Pordenone: raccontare la realtà in modo essenziale, andare oltre il sensazionalismo mediatico e l’infinità di immagini viste, prodotte e rilanciate in continuo. Spegnere le luci, rallentare e darsi il tempo per riflettere, con i tanti film che si vedranno a Cinemazero e grazie alle foto di Mattia Balsamini.

Fire of Love a Spazio UAU!

“Fire of love”, un film d’avventura unico, poetico e stupefacente, chiude la rassegna di documentari allo spazio UAU! martedì 30 agosto alle 21, a ingresso libero. Il programma dedicato ai viaggi della seconda arena estiva di Cinemazero, nei giardini “Francesca Trombino” in via Brusafiera, termina con un incredibile percorso alla ricerca dei vulcani attivi del pianeta. Protagonista è una coppia di intrepidi scienziati francesi, Katia e Maurice Krafft, che negli anni settanta e ottanta inseguirono per chilometri lo spettacolo delle eruzioni vulcaniche, di colate laviche e nuvole di cenere, filmando e fotografando tutto ciò che osservavano. Non misero da parte la loro passione neanche in viaggio di nozze, quando scelsero come meta l’isola vulcanica di Santorini.

Il film di Sara Dosa, “Fire of love”, presentato quest’anno al Trento Film Festival, ricostruisce quelle straordinarie vicende attraverso le pellicole in 16mm dei due spericolati vulcanologi. Il loro archivio è la testimonianza avvincente di una vita dedicata all’esplorazione e a un’ossessione che li ha uniti per sempre, spingendoli, forse, a sfidare le leggi della natura stessa. 

Hanno osservato e, per primi, documentato circa 175 vulcani attivi, in Islanda, Africa, Sudamerica, Italia e in molti altri luoghi, allo scopo anche di sensibilizzare le comunità che vivevano alle pendici dei vulcani del pericolo che correvano.

Le serate di UAU!, tutte a ingresso libero, sono organizzate grazie al sostegno del Comune di Pordenone, della Regione FVG e di FriulOvest banca. 

In caso di pioggia l’evento si tiene, sempre alla stessa ora, a Cinemazero.

Afghan Cycles a Spazio UAU!

Ci sono luoghi del mondo in cui andare in bicicletta, per le donne, rappresenta ancora oggi un atto sovversivo: succede in Afghanistan, come racconta il documentario in programma martedì 23 agosto alle 21 allo spazio UAU! in via Brusafiera, nei giardini “Francesca Trombino”. Con “Afghan cycles”, della regista statunitense Sarah Menzies, il programma della seconda arena urbana di Cinemazero giunge al suo penultimo appuntamento, in collaborazione con il Pordenone Docs Fest e Fiab – Aruotalibera. Interviene Francesca Monzone, giornalista sportiva, specializzata in ciclismo. Insieme a lei saranno presenti Habiba Halimi, Nazifa Hassani, Marjan Seddiqi e Mahnaz Mohammadi, giovani cicliste afghane protagoniste del film e rifugiate politiche in Italia.

Alla serata saranno presenti i referenti locali di Amnesty International Italia e si potrà firmare l’appello al governo italiano per chiedere di agire in difesa delle persone perseguitate dai talebani, a oltre un anno dal loro ritorno al potere in Afghanistan. 

Afghan cycles” è la storia di un gruppo di donne che, sulle due ruote, ha provato a lottare per i propri diritti. In Afghanistan, a donne e ragazze è negata la più elementare libertà di movimento, quella in bicicletta, che è per loro simbolo di libertà, della possibilità di muoversi e viaggiare senza dover chiedere il permesso. Il film racconta come le atlete della prima squadra di ciclismo femminile afgana sono riuscite a compiere – per un breve intervallo di tempo, purtroppo – una vera e propria rivoluzione, in sella alla bicicletta.

Il viaggio che chiude la rassegna allo spazio UAU!, il 30 agosto, è un’incredibile esplorazione dei vulcani del mondo. “Fire of love” è un film d’avventura unico, poetico e stupefacente su una coppia di scienziati francesi, Katia e Maurice Krafft, realizzato interamente con il montaggio dei loro filmati di viaggio alla ricerca di vulcani attivi del pianeta, negli anni Settanta e Ottanta. 

Le serate di UAU!, tutte a ingresso libero, sono organizzate grazie al sostegno del Comune di Pordenone, della Regione FVG e di FriulOvest banca. 

In caso di pioggia l’evento si tiene, sempre alla stessa ora, a Cinemazero.

Aleksandar Zograf a Spazio UAU!

È dedicato al graphic journalism, alla musica e ai Balcani, l’appuntamento del 16 agosto alle 21 allo spazio UAU! in via Brusafiera. Aleksandar Zograf, uno dei maggiori esponenti a livello internazionale di graphic journalism, presenta il suo ultimo libro: “Il quaderno di Radoslav e altre storie della Seconda guerra mondiale”, uscito per la casa editrice torinese 001 Edizioni. Durante la serata i disegni dal vivo di Zofraf, proiettati sul grande schermo, saranno accompagnati dalla narrazione di Alessandro Gori, viaggiatore instancabile, innamorato dei Balcani. Parole e immagini saranno accompagnate dalla musica dei Fior delle bolge, trio dalle melodie minimali e sotterranee. L’evento è realizzato da Cinemazero in collaborazione con il Museo della Jugoslavia e Vicino/Lontano Mont.

Aleksandar Zograf, pseudonimo di Saša Rakezic, nato a Pančevo, allora Jugoslavia, nel 1963, si è fatto conoscere in Italia con il volume “Lettere dalla Serbia” del 1999, scritto durante i bombardamenti della NATO nel suo paese. Da allora, Zograf collabora con Internazionale e Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa. “Il quaderno di Radoslav” raccoglie storie ambientate nella Seconda guerra mondiale, in una prospettiva europea e transnazionale. Uno dei trenta episodi a fumetti, da cui ha origine il titolo, è ispirato a un diario che l’autore ha acquistato in una bancarella di libri usati, un quaderno in cui Radoslav, ragazzo di cui si conosce solo il nome, narra tutta la sua vita, dalla nascita nel 1915 a una frase rimasta sospesa a metà, nel 1944. Il libro comprende un lungo racconto autobiografico, “Breve storia di famiglia”, che racchiude la vita del nonno di Zograf, che aderì al movimento della resistenza durante la Seconda guerra mondiale e fu poi imprigionato a Goli Otok, l’isola in cui erano internati i prigionieri politici, in Dalmazia.

Gli appuntamenti con i viaggi allo spazio UAU! continuano il 23 agosto con “Afghan cycles”, documentario di Sarah Menzies, su un gruppo di donne coraggiose che, in Afghanistan, hanno provato a lottare per i propri diritti. Alla proiezione, in collaborazione con FIAB Pordenone Aruotalibera e Amnesty International Italia, interviene Francesca Monzone, giornalista sportiva.

Le serate di UAU!, tutte a ingresso libero, sono organizzate grazie al sostegno del Comune di Pordenone, della Regione FVG e di FriulOvest banca.

In caso di pioggia l’evento si tiene a Cinemazero.

Memorias del Subdesarrollo a SpazioUAU!

Il film cubano “Memorias del subdesarrollo”, un classico del cinema, è in programma martedì 9 agosto alle 21 allo spazio UAU! in via Brusafiera, l’arena estiva di Cinemazero dedicata al documentario. L’evento è in collaborazione con Cartel Cubano – Venezia e l’Associazione di Amicizia Italia-Cuba. Saranno presenti l’ambasciatrice di Cuba in Italia Mirta Grand Averhoff e il giornalista Luigi Mezzacapa, autore del libro “Cinema cubano tra realismo e realtà”.

“Memorias del subdesarrollo” (in italiano “Memorie del sottosviluppo”), vero e proprio capolavoro del 1968, è stato il primo film cubano a suscitare attenzione internazionale. Il regista, Tomás Gutiérrez Alea, autore poi del famoso “Fragola e cioccolato”, esprime un punto di vista vigoroso e originale sulla Rivoluzione nel suo paese. Sullo schermo, i ricordi d’infanzia del protagonista, Sergio, un intellettuale borghese, si intrecciano con riprese documentarie e televisive che mostrano le più note vicende dell’epoca, dalla deposizione del dittatore Fulgencio Batista all’invasione della Baia dei Porci. Quei fatti, nel contesto della guerra fredda, stavano portando il mondo sull’orlo di un conflitto nucleare.

Il documentario è tratto da un romanzo di Edmundo Desnoes e può essere interpretato al contempo come rivoluzionario e anti-rivoluzionario, a dimostrazione della grande libertà di espressione che, all’epoca, era consentita nella Cuba di Fidel Castro.

Gutiérrez Alea, morto nel 1996 a L’Havana, all’età di 67 anni, è stato uno dei più importanti esponenti del cinema cubano. Laureato in legge, sin da giovanissimo iniziò a dedicarsi alla settima arte e, nel 1951, partì per Roma, dove si diplomò al Centro sperimentale di cinematografia, formandosi nel contesto del Neorealismo, da cui fu molto influenzato. “Memorias del subdesarrollo” è considerato uno dei suoi migliori lavori.

Il programma dello spazio UAU! prosegue il 16 agosto con un viaggio musicale e visivo nei Balcani: Aleksandar Zograf, uno dei maggiori esponenti a livello internazionale del graphic journalism, presenta il suo nuovo libro “il Quaderno di Radoslav e altre storie della II guerra mondiale”. Lo spettacolo sarà accompagnato dal vivo dai Fior delle bolge. L’evento è in collaborazione con il Museo della Jugoslavia e Vicino/Lontano Mont.

Le serate di UAU!, tutte a ingresso libero, sono organizzate grazie al sostegno del Comune di Pordenone, della Regione FVG e di FriulOvest banca.

In caso di pioggia l’evento si tiene, sempre alla stessa ora, a Cinemazero.

Ananda a SpazioUAU!

Martedì 2 agosto ripartono dall’India i viaggi nell’arena estiva UAU!

Il film documentario “Ananda” sarà accompagnato dall’incontro con il regista Stefano Deffenu

Riprendono con un favoloso viaggio in India le serate dedicate al documentario nello spazio UAU! in via Brusafiera, in collaborazione con il Pordenone Docs Fest. Martedì 2 agosto alle 21, la suggestiva arena urbana di Cinemazero nei giardini “Francesca Trombino” ospita la proiezione di “Ananda”, un personale diario per immagini di un’India antica, un vagabondaggio alla ricerca di una inafferrabile tribù di bambini fantasma, gli Ananda, sospesa tra sogno e realtà. Sarà presente il regista Stefano Deffenu, in tour in tutta Italia con il supporto della Fondazione Sardegna Film Commission.

Al suo esordio alla regia, Deffenu ha curato anche la fotografia e il montaggio del film, mentre ha scritto la sceneggiatura con Bonifacio Angius e Pierre Obino. “Ananda” è stato presentato in anteprima mondiale alla 55^ edizione del Karlovy Vary International Film Festival, in Repubblica Ceca. Nelle sale italiane dal 23 marzo, il documentario è prodotto e distribuito dallo stesso Bonifacio Angius de Il Monello Film e si avvale delle musiche di Francesco Simula e Luigi Frassetto. Il sodalizio con Angius inizia diversi anni fa e, nel 2021, Deffenu è attore co-protagonista e co-sceneggiatore de “I Giganti”, presentato a Locarno.

«Ananda è una mia personale ricerca – sottolinea Deffenu – verso una pace che probabilmente non troverò mai. Un viaggio alla ricerca di me stesso, ma anche di mio fratello, che in un certo modo ritrovo nei visi dei bambini e nella loro gioiosa anarchia e che mi ha portato dalla Sardegna fino alle pendici dell’Himalaya». Quella ricerca, per il regista, non è finita con il ritorno a casa, «ma è continuata per dieci lunghi anni, in un viaggio doloroso che ha trovato la sua catarsi in un misto di sorrisi e lacrime, musica e immagini, divinità, saggi, antichi maestri e fantasmi. Dieci anni che non sono comunque bastati a supplire a una mancanza gigantesca. La mia prospettiva era di realizzare un film personale che elevasse il documentario al di sopra del solito diario di viaggio turistico occidentale».

Il programma di UAU! prosegue martedì 9 agosto con la riscoperta di un classico della storia del cinema: il primo film cubano a ottenere attenzione internazionale: “Memorias del subdesarrollo”, del 1968.

Le serate di UAU!, tutte a ingresso libero, sono organizzate grazie al sostegno del Comune di Pordenone, della Regione FVG e di FriulOvest banca.

In caso di pioggia l’evento si tiene, sempre alla stessa ora, a Cinemazero.

One Day One Day a Spazio UAU!

Martedì 19 luglio alle 21:30 allo spazio UAU! in via Brusafiera, Cinemazero, in collaborazione con la cooperativa sociale Nuovi vicini e con il Pordenone Docs Fest, vi invita a un importante momento di riflessione sul vero prezzo del cibo che mangiamo: la proiezione del documentario “One day One day”, sul dramma del caporalato in agricoltura, nell’ambito delle iniziative di lungo periodo collegate alla Giornata mondiale del Rifugiato. 

Interviene Olmo Parenti, giovanissimo e promettente regista, che proprio in questi giorni ha ricevuto, a Bologna, il Premio Cipputi, ispirato al famoso operaio disegnato da Altan e dedicato al cinema che racconta il mondo del lavoro.  

Si legge nella motivazione del riconoscimento che “One day one day” è «un film intenso, che non fa sconti e ci ricorda che in Italia oltre 500mila immigrati, moderni schiavi, vivono senza documenti e in condizioni di estrema precarietà: condizioni che tutta l’Italia conosce, ma si gira dall’altra parte per non vederla. Il valore del film sta proprio nella capacità del regista di guardare negli occhi queste persone e far emergere la loro umanità. Molti di loro cercano rifugio e lavoro nelle campagne del nostro Paese, dove vengono impiegati per raccogliere il cibo che acquistiamo poi nei supermercati. Il film mostra le vite di queste persone dall’interno dei ghetti e delle baraccopoli sparse nel nord della Puglia, gli unici luoghi disposti ad accoglierli. Un giorno, forse, le cose andranno meglio. Forse». 

L’ingresso è libero. 
In caso di pioggia la proiezione si tiene a Cinemazero.

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