PCS_Admin – Pagina 6 – Pordenone Docs Fest

UAU! … di viaggi, a volte sognati, a volte non visti…

I giochi d’acqua, le fronde dei salici in movimento, il fascio di luce che illumina uno schermo davvero speciale, un piccolo tesoro “nascosto” in pieno centro a Pordenone… Non potrai non dire UAU!

Un salotto a cielo aperto e a ingresso gratuito, fortemente voluto da Cinemazero per valorizzare un luogo ameno e poco frequentato della nostra città. Una speciale programmazione pensata per il pubblico giovane – ma non solo – con documentari originali, fuori dai canoni della grande distribuzione, di elevata qualità e interesse, acclamati da critica e grandi maestri, con un occhio speciale per il viaggio, per i paesi del mondo, per quello che – soprattutto in questi ultimi due anni – avremmo voluto conoscere, ma non abbiamo potuto vedere.

UAU! Uno spazio per il cinema che sa sorprendere e incantare, un’arena per un pubblico che ama essere stupito.

Martedì 12 luglio – ore 21.30
​UAU! – Un’Arena Urbana – Giardini “Francesca Trombino”

VIAGGIO IN RUSSIA

NAVALNY
di Daniel Roher Or.: USA, 2022 Durata: 98’

Nell’agosto 2020, Alexei Navalny è costretto a un atterraggio di emergenza per poi cadere in coma: risulterà essere stato avvelenato con gas nervino. Al suo ritorno in Russia viene arrestato con l’accusa di appropriazione indebita e condannato a nove anni di carcere. Il docufilm ricostruisce le indagini e la coraggiosa lotta di un uomo contro la corruzione: un documentario fondamentale per capire la Russia di Putin.


Martedì 19 luglio – ore 21.30
​​UAU! – Un’Arena Urbana Giardini – “Francesca Trombino”
in collaborazione con Pordenone Docs Fest e Caritas Pordenone

VIAGGIO IN ITALIA

ONE DAY ONE DAY
di Olmo Parenti Or.: Italia, 2022 Durata: 78’
Premio “Cipputi” 2022 Interviene Olmo Parenti, regista del film

In Italia oltre 500.000 immigrati vivono senza documenti. In assenza di un’alternativa, molti di loro cercano rifugio e lavoro nelle campagne, dove vengono impiegati per raccogliere il cibo che tutti mangiamo. One Day One Day racconta un anno della vita di queste persone dall’interno della baraccopoli pugliese di Borgo Mezzanone.

Martedì 2 agosto – ore 21.00
UAU! – Un’Arena Urbana – Giardini “Francesca Trombino”
Proiezione alla presenza del regista Stefano Deffenu

VIAGGIO IN INDIA

ANANDA
di Stefano Deffenu Or.: Italia, 2020 Durata: 60’

Un vagabondaggio nell’antica India, dove il tempo porterà lo sguardo di un ingenuo viaggiatore a confondersi tra l’illusione di false verità e la consapevolezza di una bugia che pare più vera del vero. La ricerca di una tribù di bambini fantasma, gli Ananda, che appare e scompare lungo una strada densa di magia e di primitiva superstizione condurrà alla ricerca di un sogno perduto.

Martedì 9 agosto – ore 21.00
UAU! – Un’Arena Urbana – Giardini “Francesca Trombino”

Omaggio a Cuba
In collaborazione con Cartel Cubano – Venezia e Associazione di Amicizia Italia-Cuba

VIAGGIO A CUBA

MEMORIAS DEL SUBDESARROLLO
di Tomás Gutiérrez Alea. Or.: Cuba, 1968. Durata: 97’

L’America latina raccontata dall’America latina. La Rivoluzione vista da Cuba. Un cult della storia del cinema torna sul grande schermo. Fidel ha trionfato, tutto è cambiato. I ricordi infantili del protagonista si intrecciano con riprese documentarie, televisive, immagini della Baia dei Porci. Il 22 ottobre 1962, John F. Kennedy annuncia l’isolamento di Cuba. Il mondo è sull’orlo della guerra atomica.  Un film da vedere almeno una volta nella vita.

Intervengono:

Mirta Grand Averhoff – Ambasciatrice di Cuba in Italia
Luigi Mezzacappa – giornalista autore di Cinema cubano tra realismo e realtà

Martedì 16 agosto – ore 21.00
​​UAU! – Un’Arena Urbana – Giardini “Francesca Trombino”
Cineconcerto
in collaborazione con Museo della Jugoslavia e  Vicino/Lontano Mont

VIAGGIO NEI BALCANI

ZOGRAF / FIOR DELLE BOLGE  in

​​il Quaderno di Radoslav e altre storie 

Aleksandar Zograf è uno dei maggiori esponenti a livello internazionale del graphic journalism; il suo nuovo libro “il Quaderno di Radoslav e altre storie della II guerra mondiale”, diventa incontro e racconto attraverso musica, disegno, parole, fumetto: poeti, narratori, avventurieri, viaggiatori si mescolano in una serata tra passato e futuro, tra Italia e Balcani, tra il mondo che è stato e quello che sarà. 

Lo spettacolo è accompagnato dal vivo dai Fior delle bolge, trio dalle melodie minimali fumose e sotterranee e, con loro, dalla narrazione di Alessandro Gori, viaggiatore instancabile…soprattutto nei Balcani.

Alan Liberale – percussioni, batteria
Luca Zuliani – violoncello
Federico Galvani – fisarmonica, sintetizzatore e voce
Alessandro Gori – viaggi, idee, voce
Alexsandar Zograf – disegni dal vivo

Martedì 23 agosto – ore 21.00
​​UAU! – Un’Arena Urbana – Giardini “Francesca Trombino”
Proiezione in collaborazione con FIAB Pordenone Aruotalibera

VIAGGIO IN AFGHANISTAN

AFGHAN CYCLES
di Sarah Menzies Or.: USA, 2018→2021, 90’

In Afghanistan a donne e ragazze è negata la più elementare libertà di movimento: per loro, le due ruote sono un simbolo di libertà, della possibilità di muoversi e viaggiare senza dover chiedere il permesso. Le atlete della prima squadra di ciclismo femminile afghana hanno compiuto – per un breve intervallo di tempo, purtroppo – una vera e propria rivoluzione, in sella alla bicicletta. Questa è la loro storia.

Interviene Francesca Monzone, giornalista sportiva

Martedì 30 agosto – ore 21.00
​​UAU! – Un’Arena Urbana – Giardini “Francesca Trombino”

VIAGGIO NEI VULCANI DEL MONDO

FIRE OF LOVE
di Sara Dosa Or.: Canada, USA 2022, Durata: 93’

Gli intrepidi e spericolati vulcanologi francesi Katia e Maurice Krafft hanno viaggiato per il mondo alla ricerca di eruzioni vulcaniche e nuvole di cenere. Fortunatamente, hanno filmato tutti i loro viaggi, e il loro incredibile archivio personale di pellicole in 16mm è una testimonianza avvincente di una vita dedicata all’esplorazione, alla ricerca di eruzioni vulcaniche e nuvole di cenere… Fino alla fine.

La cinepresa non è una bomba molotov

È stato ritrovato un documentario importantissimo, praticamente inedito, con Damiano Damiani (ricorre il centenario della nascita del regista originario di Pasiano di Pordenone) e con protagonisti anche Bernardo Bertolucci e Cesare Zavattini. “La cinepresa non è una bomba Molotov”, del fotografo, regista e giornalista tedesco Gideon Bachmann, considerato perduto dopo un solo passaggio televisivo a fine anni ’70 in Germania, torna al pubblico, proprio nell’anno dell’anniversario di Damiani, che fa da narratore e demiurgo del film.

Il documentario pone domande attualissime: il cinema può essere politicamente utile? Può causare sconvolgimento sociale? Il film è davvero una tale forza di cambiamento come si è sempre creduto, o può solo introdurre nuove abitudini, nuove mode, nuove ossessioni? A dare il titolo, “La cinepresa non è una bomba Molotov”, è una frase pronunciata nel film da Bernardo Bertolucci.

Il documentario verrà presentato a Bologna, presso l’Auditorium DAMSLab, lunedì 27 giugno alle 14:45, nell’ambito della XXXVI edizione del festival “Il cinema ritrovato”. L’introduzione è affidata a Riccardo Costantini, responsabile archivi di Cinemazero e coordinatore del festival Pordenone Docs Fest: il documentario infatti è stato restaurato dall’associazione culturale pordenonese presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata, a partire da una copia 16mm conservata dalla Cineteca del Friuli.

Protagonista, in un insolito mockumentary, è Damiano Damiani, regista, scenografo e sceneggiatore originario di Pasiano di Pordenone, scomparso a Roma nel 2013, che ha diretto, tra l’altro “Il giorno della civetta” (1968) e alcuni episodi del celebre sceneggiato televisivo sulla mafia “La piovra” (1984-95). Bachmann, per garantirsi la fiducia della produzione tedesca committente, aveva promesso di realizzare un film sulla vita del regista italiano ma durante le riprese scoprì che «Damiani era molto più interessato a lavorare con noi a un film sul cinema di strada che a essere oggetto di un normale lavoro biografico». Così è nato un grande documentario politico, fatto, prosegue l’autore «con la speranza che la politica potesse motivare i giovani e che i film potessero essere veicolo di tale motivazione. Io ero allora, come molti post-sessantotto, convinto che l’educazione e la coscienza fossero le strade future del miglioramento sociale. Io credevo ancora che il cinema fosse uno strumento di rivoluzione».

Oggi, a 44 anni di distanza, immersi in una crisi forse ancor più profonda di allora, rivedere quel documentario e ascoltare le riflessioni di grandi cineasti dell’epoca, può fornire nuovi spunti per interpretare il ruolo del cinema nella società. Per Bachmann, «ciò che i film politici possono fare per noi è darci la sensazione di non essere soli là fuori nella tempesta. Che qualcuno condivida le nostre opinioni. Il cinema può fornire solidarietà».

A seguire, dopo “La camera non è una bomba molotov”, verrà presentato “Il Carso”, cortometraggio di Franco Giraldi ritrovato e restaurato da Cinemazero, Pordenone Docs Fest e Fondazione Cineteca di Bologna, dalla copia d’epoca 35mm di Videa. Il film, prodotto nel 1960 dalla Documento Film e girato durante le vacanze di Natale del 1959 sul Carso triestino era stato dato per perduto, fino al ritrovamento da parte di Lorenzo Codelli di una copia conservata in ottimo stato negli archivi della Cineteca di Bologna. Il regista, attore, scrittore e sceneggiatore sloveno Franco Giraldi, all’epoca ex giornalista cinematografico emigrato a Roma e attivo come assistente alla regia, firmava un personalissimo, dolceamaro affresco ‘western’ sulla propria terra d’origine. Giuseppe Pinori – in seguito direttore della fotografia per Nanni Moretti, Marco Tullio Giordana, i fratelli Taviani – immortalava tramite immagini indelebili il duro lavoro quotidiano dei pescatori e dei contadini di Santa Croce / Sveti Križ. Un villaggio in rapido spopolamento, schiacciato tra il confine con la Jugoslavia di Tito e le pendici a strapiombo sul Golfo di Trieste. È del critico triestino Callisto Cosulich, anche lui emigrato nella capitale, il lirico commento fuori campo.

«In questo documentario, ma anche magnificamente nei suoi film di fiction, il Carso è un vero protagonista: non posso non ricordare lo splendido “Un anno di scuola”, film che ho amato molto e che ho visto nascere, – è il commento di Claudio Magris – Il Carso, per me e per Giraldi, diventa personaggio indissolubile dalla storia di quell’epoca: un territorio aspro, slataperiano, in contrasto con la “vecchia Europa” della città, dove i ragazzi si danno “del lei”. Vedendo questo documentario, non posso non ricordare il magnifico Carso che appare in un film che ritengo un autentico capolavoro di Giraldi, “La frontiera”. Un film bellissimo, forse il suo più bello».

Marco Bertozzi vince il Premio dell’Accademia nazionale dei Lincei 

È motivo di orgoglio anche per Cinemazero il Premio del Ministro della Cultura per la Critica dell’arte e della poesia dell’Accademia nazionale del Linceiconsegnato al docente e regista riminese Marco Bertozzi venerdì 17 giugno, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Professore ordinario di Storia del cinema, fotografia, televisione presso lo IUAV di Venezia e componente della Scuola di Dottorato in Architettura, Bertozzi fa parte del Comitato scientifico dell’associazione pordenonese.  

Nei suoi lavori, ha spesso dedicato attenzione ai ricchi archivi di Cinemazero, ultimamente concentrandosi sull’approfondimento svolto da Pordenone Docs Fest su Nico Naldini e il suo “Fascista” e sulle risorse dedicate a Fellini. Nella motivazione del premio, infatti, l’Accademia segnala il recente “L’Italia di Fellini. Immagini, paesaggi, forme” (Venezia 2021), volume di ricerca che comprende appunto molti materiali fotografici e documentali di Cinemazero. Bertozzi ha inoltre pubblicato, con Pordenone Docs Fest, il fondamentale “Documentario come arte. Riuso, performance, autobiografia nell’esperienza del cinema contemporaneo”, 2018, edito per Marsilio e Cinemazero. 

Nella motivazione del premio, si legge: «svolge attività di ricerca e di studio secondo un ampio e qualificato programma, che già dalla formazione mostra di spaziare dalle discipline storico artistiche all’ambito delle immagini in movimento; su questa base ha anche svolto un’attività operativa nel campo della video-documentazione e della video-saggistica, e ha prodotto testimonianze originali nel panorama degli studi del settore». Viene inoltre sottolineata «l’attenzione rivolta alle immagini d’archivio e al loro uso nella produzione audiovisiva odierna». 

Autore di una fitta serie di pubblicazioni, alcune monografie, saggi e articoli, Bertozzi è stato anche organizzatore di convegni e curatore di numerose mostre: tra gli ultimi lavori il “Museo Fellini” a Rimini, anch’esso realizzato contando su materiali rari di Cinemazero; ha compiuto esperienze didattiche e di ricerca in diversi Paesi stranieri e ha ottenuto riconoscimenti «che ne testimoniano il ruolo significativo nell’area della storia della cultura e dei media». 

Conclude l’Accademia: «Capace di cogliere le connessioni fra discipline diverse e di indagarne i peculiari apporti, ha confermato lo spessore della sua ricerca affrontando l’analisi di aspetti meno esplorati di un autore come Fellini, e dei percorsi di artisti d’impronta sperimentale come Paolo Gioli e Gianikian-Ricci».  

Revolution of our times dal 30 giugno nelle sale italiane

Dopo l’esordio europeo, quasi clandestino, al Festival di Cannes e l’anteprima nazionale al Pordenone Docs Fest, premiata con la vittoria del Premio del Pubblico, esce nelle sale italiane il documentario Revolution of Our Times.

Il film, che uscirà nei cinema il 30 giugno, è una potentissima immersione all’interno delle proteste di Hong Kong tra la repressione cinese e il crescente senso di comunità della popolazione.

15 marzo 2019: inizia la battaglia che oppone Hong Kong e la Cina continentale. È trascorso meno di un mese dalla proposta di legge governativa sull’estradizione, una legge che di fatto spezzerebbe la linea di autonomia tra i due sistemi giuridici, e il cuore della città prende fuoco. Revolution of Our Times è il racconto di quel fuoco. Della gigantesca rivolta popolare che culminerà nel lungo assedio al Politecnico e finirà per coinvolgere due milioni di persone. Soprattutto giovani e giovanissimi. Un documentario tanto asciutto quanto doloroso, costruito da Kiwi Chow che coordina e si fa portavoce del collettivo di registi The Hongkongers, alternando le testimonianze dirette dei protagonisti e le incredibili immagini riprese in presa diretta durante i cortei e le manifestazioni.  

La data di uscita segue la ricorrenza del 1°luglio, ossia a 25 anni dalla restituzione della colonia britannica alla Cina avvenuta il primo luglio 1997 (la città è tuttora amministrata separatamente in base all’accordo “un Paese, due sistemi”).

LE PRIME SALE

FIRENZE, Arena Manifattura, 03/07

MILANO, Anteo – dal 30/06

NAPOLI, Modernissimo – dal 30/06

PERUGIA, Postmodernissimo – dal 30/06

PIACENZA, Arena Daturi – 01/07

ROMA, Greenwich – dal 30/06

TORINO, Massimo – dal 30/06

TRIESTE, Ariston – 30-01/07

UDINE, Arena Loris Fortuna – 30/06

UDINE, Visionario – dal 30/06

Vuoi saperne di più e conoscere le sale che proietteranno il film?
Iscriviti al canale Telegram @hongkongrevolution  

NORD/EST/DOC/CAMP AL TRENTO FILM FESTIVAL!

Il progetto che unisce le forze progettuali e creative del Trento Film Festival e del Pordenone Docs Fest, per offrire consulenza e sostegno a progetti in fase di finalizzazione a giovani videomaker e documentaristi continua durante la 70 edizione del Trento Film Festival.

Un itinerario a tappe per accompagnare film prodotti nel Nord-Est o che hanno il Triveneto come sfondo o tema, lavorando insieme sugli ultimi dettagli della realizzazione di un film, coinvolgendo esperti e professionisti con consigli che spaziano dall’ambito della regia a quello del montaggio, dalla post-produzione alla distribuzione e promozione festivaliera per rispondere alle esigenze, ai bisogni e agli obiettivi dei giovani.

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