PCS_Admin – Pagina 3 – Pordenone Docs Fest

VR Space

Uno speciale stand “spaziale”, dove provare le ultime novità della tecnologia e delle visioni di racconto del reale in realtà virtuale, allestito per il festival in Piazza Cavour, nel cuore della città, per mostrare al pubblico che direzione prende la narrazione contemporanea del mondo intorno a noi.

Ingresso libero. Dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00 in Piazza Cavour.

I video selezionati:

Escape to Shanghai (East City Film. UK, 2023. 16’)
Doris Fogel fugge con la famiglia dalla Germania nazista per rifugiarsi a Shanghai e cercare una nuova vita lontano dagli orrori dell’Europa occupata. Le riprese immersive a Shanghai, Chicago e Berlino, si uniscono a ricostruzioni 3D per raccontare una parte meno conosciuta dell’Olocausto.

Texada (Claire Sanford, Josephine Anderson. Canada, 2023. 17’)
Le cave dell’isola canadese di Texada offrono uno sguardo su due differenti esperienze dello scorrere del tempo: quella degli abitanti dell’isola e quella del calcare estratto. Le riprese immersive alternate ad animazioni 3D astratte, creano un contrasto suggestivo tra la percezione umana del tempo e la scala geologica.

Les pied en haut: Lou (Hubblo. Canada, 2022. 13’ + 13’)
Esistono tante sfumature di autismo quante sono le persone autistiche. Questa esperienza interattiva consente di percepire il mondo attraverso gli occhi e le orecchie di Lou, permettendo di immedesimarsi nella sua infanzia e nella sua adolescenza.

Nadiya (Piotr Armianovski. Ucraina, 2023. 4’)
In un villaggio sul confine russo-ucraino incontriamo Nadiya, un’anziana la cui casa è stata distrutta dai bombardamenti russi. La sua storia riflette la perdita culturale che la guerra ha inflitto alla comunità.

GAWI (Dansker Digital. Messico/Svezia, 2023. 10’)
Il popolo Rarámuri del nord del Messico si prende cura della propria terra da millenni. Questo documentario immersivo, ci immerge in uno spazio onirico e spirituale, volando attraverso canyon, cieli azzurri e foreste al ritmo della musica, dei rituali e delle antiche poesie Rarámuri.

Anticipation of rain (Naima Karim. Bangladesh/Olanda, 2022. 7’)
L’artista Naima Karim dipinge un paesaggio della sua memoria tra la foresta e la spiaggia del Bangladesh dove l’arrivo del monsone, una volta associato alla speranza e al rinnovamento, è ora un momento di paura a causa del cambiamento climatico.

Once a Glacier (Jiabao Li. USA, 2023. Durata: 9’)
Attraverso l’animazione l’autrice ci porta in un viaggio alla scoperta del legame emotivo tra lei e un ghiacciaio mescolando i suoi ricordi d’infanzia in Alaska con la triste realtà dell’enorme massa di ghiaccio che si sta inesorabilmente sciogliendo.

La Giuria della XVII edizione di Pordenone Docs Fest

Sarà il regista Marco Bellocchio il Presidente dell’edizione 2024, affiancato dalla regista e iraniana, premiata all’IDFA il miglior documentario Firouzeh Khosrovani e Dario Zonta giornalista e produttore di documentari e film di successo internazionale (i pluripremiati film di Gianfranco Rosi e Pietro Marcello), nella scelta del miglior documentario tra le anteprime nazionali in concorso.

Marco Bellocchio

Regista, sceneggiatore, produttore. Diplomato in regia presso il Centro Sperimentale di Cinematografia nel 1962, debutta nel 1965 con I pugni in tasca, un film che guadagna il plauso della critica per la sua rappresentazione cruda della provincia emiliana e delle dinamiche familiari. Il suo secondo film, La Cina è vicina del 1967, vince il Leone d’argento alla Mostra del Cinema di Venezia, offrendo un ritratto profetico della tensione politica in Italia prima degli eventi del ’68.
Bellocchio continua a sperimentare con documentari politici e civili come Nessuno o tutti – Matti da slegare del 1975, che ha anticipato la riforma dei manicomi di Basaglia. Esplora temi come la contestazione politica e la critica sociale in molti dei suoi progetti successivi, tra cui Sbatti il mostro in prima pagina, Nel nome del padre e Marcia trionfale. Nel corso degli anni, riceve numerosi riconoscimenti per il suo lavoro, tra cui premi a Cannes e Berlino. I suoi film più recenti includono Il traditore del 2019, che ottiene innumerevoli premi, e il documentario Marx può aspettare del 2021. Nello stesso anno riceve la Palma d’oro alla carriera al Festival di Cannes. Sempre attivo e influente, Bellocchio continua a produrre opere significative, incluso il suo recente lavoro Esterno Notte presentato a Cannes nel 2022. Nel 2023 viene premiato per la migliore sceneggiatura originale ai Nastri d’argento per il film Rapito.

Firouzeh Khosrovani

Nata a Teheran, si trasferisce in Italia per seguire i suoi studi artistici all’Accademia di Brera. Nel 2002 torna in Iran per studiare giornalismo. Il suo film d’esordio è Life Train (2004), un documentario sulla terapia ludica dedicata ai bambini traumatizzati dal terremoto di Bam. Nel 2007 dirige Rough Cut, una vera e propria allegoria documentaristica che denuncia l’oppressione politica e socioculturale sulle donne iraniane attraverso il destino dei manichini femminili mutilati nelle vetrine di Teheran. Il film vince tredici premi internazionali e impone Khosrovani come regista di rilievo per il cinema del reale. Con il suo documentario Fest of Duty segue due ragazze iraniane durante la delicata transizione dall’adolescenza all’età adulta ritualizzata nella Cerimonia del Dovere, mettendo in luce le contraddizioni della società orientata da prescrittivi modelli di genere. Il film vince il premio Oxfam dell’IDFA nel 2014. Il suo
più recente documentario Radiograph of a Family vince come miglior film al festival IDFA 2020.

Dario Zonta

Voce imprescindibile del popolare programma radiofonico di Rai Radio3 Hollywood Party, è stato redattore e collaboratore della rivista «Lo Straniero» e critico cinematografico de «L’Unità». Si specializza nel cinema documentario e sperimentale, dialogando con gli autori e investigando il loro metodo di indagine e costruzione dell’esperienza cinematografica. È produttore di tutti i film di Pietro Marcello, incluso La bocca del lupo, Bella e perduta e Martin Eden, quest’ultimo presentato in concorso alla 76° Mostra del Cinema di Venezia. Ha contribuito anche alla produzione di film significativi per il cinema documentario italiano come Tutto parla di te di Alina Marazzi, Sacro GRA (Leone d’oro alla Mostra del cinema di Venezia nel 2016) e Fuocoammare (Orso d’oro al Festival Berlino nel 2016) di Gianfranco Rosi, e Che fare quando il mondo è in fiamme? di Roberto Minervini.

Acqua, porta via tutto – Cineconcerto con le musiche da vivo di Teho Teardo

Il cinema documentario in tutte le sue declinazioni, dal cineconcerto esclusivo per i cento anni dell’Istituto LUCE, con musiche dal vivo di Teho Teardo e testi – in versi – di Gian Mario Villalta, al podcast su “Processo per stupro”: il Pordenone Docs Fest, che si terrà dal 10 al 14 aprile, è un grande evento capace di produrre cultura, oltre a essere una vetrina esclusiva sul cinema del reale, in anteprima nazionale. Il festival è organizzato da Cinemazero sotto l’alto patrocinio del Parlamento Europeo, col sostegno del Ministero della Cultura, della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, del Comune di Pordenone e di Fondazione Friuli. 

Acqua, porta via tutto è il titolo del film e cineconcerto – prodotti dal festival e Cinecittà – LUCE – che, come da tradizione, si tiene nella serata finale del festival, domenica 14 aprile a Cinemazero. Con la regia di Roland Sejko (Premio David Donatello, Nastro D’argento), le musiche composte ed eseguite dal vivo di Teho Teardo (Ciak d’Oro, premio Ennio Morricone) e il suo quartetto, con i versi inediti – creati per lo spettacolo – di Gian Mario Villalta (Premio Viareggio per la poesia), è un’opera che celebra l’acqua, la sua bellezza, la sua cruciale importanza per il mondo di oggi, in tutte le sue forme ed essenze: nutrimento, vita, madre, forza (anche distruttiva), fonte di lavoro, custode di “relitti e memorie”… E vuole farlo portando con sé un messaggio chiaro: l’acqua è una risorsa sempre più rara e “dimenticata”, un elemento fondante le nostre esistenze.  

3 manifesti per dire NO alla violenza sulle donne

Uno sguardo sul mondo e un’attenzione costante al territorio e ai temi sociali: Pordenone Docs Fest è tutto questo, e molto di più.

Quest’anno, per la prima volta, il festival del documentario di Cinemazero, che si terrà dal 10 al 14 aprile, ha coinvolto tre artisti del territorio ma di fama nazionale per realizzare una campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne. Sara Colaone, Davide Toffolo ed Elisa Turrin (Upata) hanno disegnato, in esclusiva per il festival, ciascuno un soggetto originale (con titolo, rispettivamente: “Nella sua pelle, sempre”, “La ricostruzione del maschio”, “Female Rage”), da cui verranno ricavati poster e plance di grandi dimensioni, che – in collaborazione col Comune di Pordenone – riempiranno la città, per dire no alla violenza di genere, per promuovere educazione ed empatia, per arginare e contrastare a livello sociale il fenomeno, che tristemente continua a fare notizia in Italia soprattutto con i fatti di cronaca più evidenti, al ritmo di una donna uccisa ogni tre giorni. Un fenomeno che riguarda la comunità e che nella comunità deve trovare risposta. Da ciò anche l’idea di sensibilizzare un pubblico largo. 

Il festival, come da tradizione, dà ampio spazio a film e riflessioni su questo tema, promuovendo educazione ed empatia, per arginare e contrastare a livello sociale il fenomeno. Ma con questo intervento di “poster art” intende sfruttare le affissioni pubbliche – spesso utilizzate dalle kermesse culturali solo per comunicare date e presenza delle iniziative – anche per dare un messaggio sociale. Lo fa coinvolgendo tre artisti tutti nati a Pordenone e che, in vario modo, continuano a essere legati al territorio. 

Sara Colaone, classe 1970, è autrice di fumetti, illustratrice e docente all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Cura la sezione dedicata al fumetto per la rivista “Nuovi Argomenti”. I suoi graphic e visual novel sono stati pubblicati in diverse lingue. Fra questi, “In Italia sono tutti maschi”.  Non ha bisogno di presentazioni Davide Toffolo, classe 1965, musicista dei Tre allegri ragazzi morti, uno degli autori di fumetto più amati in Italia. La più giovane, Elisa Turrin, in arte “Upata”, è nata nel 1996. Lavora come illustratrice, fumettista e animatrice. Si è laureata in Fumetto e Illustrazione all’Accademia di Belle Arti di Bologna e in Illustrazione all’ISIA di Urbino. È appassionata di natura e di ogni forma di autoproduzione. 

Con lo stesso spirito di produttore culturale e sociale, quest’anno il festival ha deciso di introdurre anche la formula del Social Sponsor. Ogni serata del festival sarà dedicata a un’organizzazione diversa che opera nel sociale, rinunciando a spazi e sostegni pubblicitari, per promuovere invece le loro attività: protagoniste di questa edizione sono Amnesty International, Emergency, Scuola Fatoma, Un Ponte Per che lavorano ogni giorno per migliorare le condizioni di vita dei più fragili, in ogni parte del pianeta. Un piccolo gesto per dare supporto a chi offre un aiuto concreto

FRANCO BASAGLIA HA 100 ANNI

“Franco Basaglia ha 100 anni”, indicativo presente: Cinemazero annuncia una retrospettiva speciale, durante il Pordenone Docs Fest, per rendere omaggio a una delle figure più influenti che la cultura e la società italiane abbiano saputo esprimere, a cento anni dalla nascita, l’11 marzo 1924. Tra gli ospiti d’eccezione, ci sarà Marco Bellocchio – presidente di giuria di questa edizione del festival, molto legato all’opera basagliana. Il festival, in collaborazione con l’Istituto LUCE (di cui ricorre il centenario), presenterà il documentario “Nessuno o tutti – Matti da slegare”, nella versione integrale, mai più vista dal 1976, l’anno in cui fu realizzato. Al festival saranno presenti anche il regista Silvano Agosti, autore – con Bellocchio, Petrulli, Rulli – del film e protagonista di una speciale masterclass. Ospite d’onore sarà Giuseppe “Peppe” Dell’Acqua, del Forum Salute Mentale, psichiatra e collega di Basaglia, che sottolinea l’attualità della proposta basagliana: «Quel che ci lascia non è un’eredità, è una storia ancora in costruzione, una storia cominciata da più di mezzo secolo, che nessuno riesce a fermare».

«Per noi questo evento non è un anniversario rivolto al passato, ma un monito per il presente e una freccia verso il futuro. Le ricerche, le azioni, le idee di Franco Basaglia sono vive ovunque ci sia una volontà riformatrice della società, ovunque ci sia un pensiero critico e libertario», afferma Riccardo Costantini, curatore del festival. «Basaglia non pensava solo a riformare la legislazione esistente, ma a rivoluzionare la società tutta: l’integrazione sociale dei pazienti coincideva con il recupero integrale dei loro diritti, facendo quindi del “malato” un paradigma centrale della società. In maniera crediamo originale, abbiamo deciso di allargare il nostro sguardo, per riscoprire con film rarissimi come sia stata fondamentale l’azione basagliana non solo in Italia ma anche all’estero». Infatti la retrospettiva di documentari che il festival presenta, curata da Federico Rossin, percorre le vie che il cinema e la televisione hanno intrapreso per raccontare la vicenda umana e politica di Basaglia e del movimento anti-psichiatrico, in Italia e all’estero, in particolare Belgio e Svizzera. Le proiezioni a Cinemazero saranno l’occasione per riscoprire, oggi, le forme documentarie e filmiche che sono riuscite ad affrontare il male invisibile, la malattia mentale, in modi e linguaggi diversi, gli autori che hanno saputo ascoltare la parola della follia con tatto, sensibilità e intelligenza, esplorando anche le narrazioni ispirate al mondo basagliano all’estero. Ad accompagnare l’iniziativa, verrà realizzata una pubblicazione con una filmografia critica commentata sul documentario e la malattia mentale, in una prospettiva internazionale e trans-storica di ampissimo respiro.

Durante i cinque giorni del festival, dal 10 al 14 aprile, verranno presentati, tra l’altro: “I giardini di Abele” di Sergio Zavoli, i nove corti realizzati da degenti dell’Ospedale psichiatrico di Triestenel 1973, accanto a quelli, girati sempre negli anni Settanta, dagli ex-pazienti del Club Antonin Artaud di Bruxelles, doveteatro e cinema erano utilizzati come mezzi terapeutici per facilitare lo scambio di relazioni, diversivi all’ostilità e all’aggressività, incoraggiando le identificazioni, suscitando la scoperta di se stessi e liberando l’espressione personale. E, ancora, verrà presentata una serie di film realizzati tra il 1959 e il 1981 presso l’ospedale psichiatrico Cery di Losanna, in Svizzera. Gli autori sono alcuni pazienti, riuniti in un collettivo, guidati dal cineasta sperimentale Nag Ansorge, che ha accompagnato il processo creativo.

NIU DOC – Nuove Idee per Documentari

I produttori di documentari cercano nuovi autori e soggetti

Un progetto di Pordenone Docs Fest e CNA Cinema e Audiovisivo FVG

Questa call è rivolta ad autori di progetti di documentario (di qualunque formato e tipologia, senza limitazioni di argomento o tematica).

Gli autori (soggettisti, sceneggiatori, registi…) devono essere residenti nel Triveneto (regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto, province autonome di Trentino e Alto Adige). I partecipanti sono invitati a presentare il proprio progetto di documentario all’iniziativa NIU DOC – Nuove Idee per Documentari, che prevede nella mattinata di venerdì 12 aprile 2024, a Pordenone, una serie di Speed Date (incontri “One to One” con presentazioni di progetto) con affermate società di produzione della regione Friuli Venezia Giulia, che avranno luogo nell’ambito delle iniziative Industry di Pordenone Docs Fest – Le voci del documentario (Cinemazero, 10-14 aprile). 


I progetti dovranno essere presentati entro il 29 marzo 2024 compilando il form a questo link, inviando le seguenti informazioni: 

– Titolo, autore, durata stimata e formato stimato del progetto 

– Logline (max 300 caratteri, spazi inclusi) 

– Sinossi/Soggetto (max 1.500 caratteri, spazi inclusi) 

– Note di regia, o in alternativa breve nota motivazionale sulla realizzazione del progetto (max 2.000 caratteri, spazi inclusi) 

– Breve CV / bio dell’autore (max 1.000 caratteri complessivi, spazi inclusi) 

La selezione dei progetti sarà a cura di Pordenone Docs Fest in collaborazione con il raggruppamento CNA Cinema e Audiovisivo del FVG. 

L’esito della selezione sarà comunicato ai partecipanti entro il 3 Aprile 2024.


Un progetto di 

Pordenone Docs Fest – Le voci del documentario

CNA Cinema e Audiovisivo FVG

Con il sostegno di

Ministero della Cultura

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

e il supporto di 

Comune di Pordenone

In collaborazione con 

Fondo per l’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia

Green Manifesto

MANIFESTO GREEN 2025

Primo in Italia, dal 2023 il Pordenone Docs Fest si è dotato di un decalogo, il Manifesto Green, quale modello virtuoso per trasformare l’industria culturale e renderla più sostenibile, dal punto di vista ambientale e sociale.

Un impegno visionario che nasce da anni di azioni concrete di Cinemazero e del festival nel segno della sostenibilità.

Un impegno che va oltre le dichiarazioni d’intenti, ispirato alle Linee Guida Green Festival di AFIC (Associazione Festival Italiani di Cinema), arricchito dalle direttive europee di Europa Cinemas e dalle indicazioni fornite dalla Regione Friuli – Venezia Giulia nell’ambito della Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile.

1. MOBILITÀ SOSTENIBILE

Invitiamo lo staff, gli ospiti e il pubblico, quando possibile, a scegliere la mobilità sostenibile per l’organizzazione e la fruizione dell’evento.

Il centro di Pordenone è un ottimo esempio di “città dei 15 minuti”. Le distanze, per chi frequenta il cinema, possono essere anche più brevi, da percorrere a piedi o in bicicletta.

Chi si impegna, nei giorni del festival, a raggiungere il cinema a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici, ha diritto a una riduzione sull’abbonamento al festival (basta scegliere l’opzione “abbonamento green”).

Pubblichiamo sul sito e consegniamo agli ospiti una mappa con i luoghi del festival, i punti per il bike sharing e le colonnine per la ricarica di mezzi elettrici. Per chi non ha altra scelta che arrivare in auto, possibilmente condividendo gli spostamenti (car pooling), indichiamo i parcheggi più comodi.

Sul sito, forniamo indicazioni su come raggiungere la città di Pordenone in treno o autobus.  

2. CONSUMI ENERGETICI SOSTENIBILI

L’indicazione generale di AFIC è di utilizzare energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, privilegiando i fornitori di energia sostenibile e di attuare tutte le misure possibili per diminuire i consumi energetici.

Cinemazero ha dotato i suoi spazi di pannelli fotovoltaici. Nel corso del 2023, inoltre, ha realizzato interventi per l’efficientamento energetico della struttura di Piazza Maestri del Lavoro e, per ridurre il più possibile il consumo energetico, l’illuminazione tradizionale del cinema è stata sostituita con apparecchi LED di ultima generazione.

Lo staff e, tutto l’anno, i dipendenti di Cinemazero, si impegnano ad adottare comportamenti virtuosi, volti al massimo risparmio di energia, quali:

– spegnere e scollegare le attrezzature elettriche ed elettroniche nelle ore di inattività;

– sospendere l’utilizzo di reti, connessioni e telefoni quando non strettamente necessario;

– ridurre al minimo indispensabile l’illuminazione artificiale dei locali e prevedere lo spegnimento delle luci quando non necessarie;

– impostare il sistema di condizionamento dei locali su temperature adeguate alla stagione: nel periodo invernale non superare i 19°C e nel periodo estivo stabilire una temperatura che non superi i 6° di differenza rispetto alla temperatura esterna, ricordando sempre di spegnere il riscaldamento o il condizionatore quando i locali sono vuoti.

Evita l’utilizzo di radiatori e funghi riscaldanti negli spazi esterni.


3. STAMPA DEI MATERIALI

Per tutti i materiali promozionali, del festival e di Cinemazero, tutto l’anno, viene utilizzata carta naturale di pura cellulosa E.C.F. – FSC proveniente da fibre di riciclo.

Tutti i materiali sono stampati fronte e retro.

Le campagne di promozione sono basate sulla distribuzione di materiale cartaceo in luoghi strategici e in modo mirato, evitando gli sprechi.

Parte dei materiali viene realizzata solo in formato digitale, quando non si ritiene necessaria la stampa.

Il pubblico è invitato tutto l’anno a privilegiare l’acquisto del biglietto online, anche con una precisa indicazione sui programmi cartacei, oltre che sul sito, newsletter, social network…

4. ALLESTIMENTI
Per gli allestimenti vengono privilegiati materiali rinnovabili, riciclati e riciclabili, senza riferimento al numero di edizione, per poterli riutilizzare nel futuro.

5. GESTIONE DEI RIFIUTI

Durante il festival, come tutto l’anno, Cinemazero gestisce i rifiuti seguendo il sistema di raccolta differenziata.

L’impegno è ridurre il più possibile la produzione di scarti, evitando la plastica e incentivando l’uso di borracce e della brocca con l’acqua per tutti gli eventi.

6. PRODUZIONE DI GADGET

I premi per i vincitori delle varie sezioni del festival sono realizzati in legno certificato da foreste gestite in modo sostenibile.

Il festival recupera diversi materiali per realizzare gadget ecologici.  

Il laboratorio di sartoria sociale della cooperativa Nuovi vicini di Pordenone realizza le borse con materiale di recupero, riutilizzando tessuti di scarto, senza riportare il numero della specifica edizione.

Ai negozi della città, in collaborazione con Ascom, vengono distribuiti rotoli per gli scontrini in carta riciclabile.

7. OSPITALITÀ

Gli ospiti vengono incoraggiati a scegliere per i loro viaggi l’opzione più ecologica, in particolare a prediligere il treno all’aereo, quando possibile. Molti apprezzano l’attenzione del festival per la sostenibilità e scelgono, per le tratte più brevi, di viaggiare in treno.  

Per i trasferimenti degli ospiti a cura dello staff, il festival prende a noleggio un’auto elettrica. Sono privilegiati i trasporti condivisi, quando possibile.

Vengono privilegiate strutture ricettive che dimostrano attenzione alla sostenibilità, situate a breve distanza dai luoghi del festival. Alle strutture partner viene inviato il testo del manifesto.

Gli ospiti sono accolti con una lettera di benvenuto contenente indicazioni sia sulla mobilità in città (vedi punto 1) sia sui locali e negozi in cui trovare prodotti locali a basso impatto ambientale.  

8. SOSTENIBILITÀ ALIMENTARE

Un capitolo importante, spesso sottovalutato, è quello dell’impatto ambientale dei cibi e delle bevande che consumiamo.

È raccomandato l’uso di acqua di rubinetto, dallo staff agli ospiti. A Cinemazero non vengono utilizzate bottigliette d’acqua in plastica durante gli incontri e i dibattiti, privilegiando l’uso della brocca.

I locali convenzionati con il festival sono invitati a:  

– prediligere la somministrazione di acqua microfiltrata alla spina;  

– proporre vini e cibi del territorio, a chilometro zero, biologici, etc;

– proporre sempre un’alternativa vegetariana e vegana;

I buffet offerti dal festival vengono calcolati in modo da evitare gli sprechi alimentari e utilizzando preferibilmente prodotti vegani o vegetariani, di stagione e a basso impatto ambientale.  

9. CULTURA AMBIENTALE E SOSTENIBILITÀ SOCIALE

Il programma del festival comprende film che trattano tematiche legate all’ambiente e alla sostenibilità, in cui si evidenzia che la dimensione ambientale va di pari passo con quella sociale. Il Green Documentary Award premia il miglior film a tematica ecologica.  

Cinemazero, non solo durante il festival, ma nelle sue attività quotidiane, dà preferenza ai fornitori locali, a parità di sostenibilità dell’offerta.

Cinemazero e la Mediateca sono privi di barriere architettoniche e accessibili alle persone diversamente abili e con esigenze specifiche. Inoltre, sono dotati di un sistema di gestione della sicurezza dei luoghi e della salute dei lavoratori.

Tutte le iniziative promosse da Cinemazero sono inclusive, promuovono l’uguaglianza di genere e la piena partecipazione, anche in termini di fruizione autonoma, sicurezza, comodità e benessere.  

Il festival (e Cinemazero per tutte le altre iniziative) opera valorizzando i giovani talenti e coinvolgendo nell’organizzazione uno staff trans-generazionale.  

Molte sono le azioni volte a valorizzare il territorio. Nello specifico, lo staff è sempre a disposizione per consigliare specifiche destinazioni da visitare a seconda dell’interesse degli ospiti. Tutto ciò contribuisce a rendere unica l’esperienza del visitatore a un festival che coniuga la cura dei rapporti con le persone e l’attenzione all’ambiente e al territorio.  

10. FORMAZIONE E COMUNICAZIONE

Nell’affrontare il tema della sostenibilità della manifestazione è importante, per non cadere nella retorica e per guadagnare la fiducia e il rispetto del pubblico, comunicare in modo chiaro l’impegno, le strategie e i risultati, prima durante e dopo la manifestazione. A tal fine abbiamo predisposto questo decalogo, con tutto ciò che facciamo, abbiamo fatto e intendiamo fare, in termini di azioni concrete. Prima, durante e dopo il festival, vigiliamo affinché tutto quanto qui dichiarato sia realizzato.

Le proiezioni dedicate alle scuole hanno, tra l’altro, come obiettivo l’educazione ambientale. Si tratta di un aspetto su cui Cinemazero lavora da anni, per la sensibilizzazione del pubblico non solo attraverso le proiezioni a tema ambientale ma anche con azioni concrete.  

+ 1. SOSTENIBILITÀ DIGITALE

Ogni nostra azione, comprese quelle nel mondo virtuale, dall’uso del computer allo smartphone, all’intelligenza artificiale, ha un impatto sull’ambiente. Per ridurre l’impronta digitale, ciascuno può fare moltissimo.  

Noi ci impegniamo a:
– inviare file pesanti attraverso la nuvola o piattaforme di scambio come WeTransfer, che ottimizzano l’energia per il trasferimento dei file cancellandoli dopo pochi giorni, evitando allegati grandi o inutili;  
– eliminare le foto inutili dallo smartphone;
– preferire messaggi di testo a foto, video e vocali;
– non mettere in pausa e lasciare video in streaming quando non li guardiamo;  
– salvare solo le e-mail importanti: ciascuno di noi ha moltissimi messaggi che occupano spazio dati sia sul dispositivo che sui server;
– spegnere il video in una videoconferenza (se non serve): consente di ridurre le emissioni di CO2 dei server che fanno funzionare la rete;
– eliminare le app che non si usano, perché anche se inutilizzate, consumano energia e scambiano dati;
– eliminare i file inutili dai cloud: la spazzatura digitale consuma energia e inquina come quella materiale;  
– sostituire i dispositivi solo quando serve, smaltendoli nelle strutture di raccolta per il recupero e il riciclaggio RAEE, anche per consentire il riciclo dei materiali rari che contengono;
– tenere aperti solo i dispositivi e le finestre che si usano: meno multitasking riduce il consumo di energia.

Anticipazioni Pordenone Docs Fest

Dal 10 al 14 aprile con la XVII edizione di Pordenone Docs Fest Le Voci del Documentario, il festival di Cinemazero che ogni anno porta a Pordenone il meglio del cinema del reale internazionale, la città torna capitale del documentario, palcoscenico esclusivo di storie in anteprima nazionale che raccontano il mondo al di là dell’informazione accessibile tramite i diversi mezzi di comunicazione.

«Metteremo al centro i diritti delle donne e dei minori, illuminando storie poco note, ma non per questo meno importanti. Le faremo conoscere a un pubblico attento, desideroso di andare oltre ciò che viene raccontato quotidianamente dall’informazione generalista. Un pubblico che ogni anno si aspetta visioni mai banali e luci sia su temi capitali che ignoti, tenendo come bussola la qualità cinematografica e l’importanza delle testimonianze, con l’ottica di una ricaduta sociale tramite il documentario» – Dice il curatore Riccardo Costantini. – «Cinemazero non poteva quindi non rendere omaggio – con una retrospettiva, una tavola rotonda e molti ospiti – a Franco Basaglia, a cento anni dalla sua nascita. E per noi questo evento non è un semplice anniversario rivolto al passato ma soprattutto un monito per il nostro presente, una freccia lanciata verso il futuro. Ecco perché Franco Basaglia ha 100 anni, indicativo presente, qui e ora. In Friuli, in Italia, nel mondo. Perché Basaglia è stata una delle figure più internazionali che la cultura e la società italiane abbiano saputo esprimere dagli anni Sessanta ad oggi: le sue ricerche, le sue azioni, le sue idee sono vive ed attive dovunque ci sia una volontà riformatrice della società, dovunque ci sia un pensiero critico e libertario».

A questo intellettuale cardine della storia del Novecento il festival dedica una retrospettiva, anche itinerante nei cinema del Friuli Venezia Giulia e poi in Italia, ricostruendo molte delle tappe del “viaggio basagliano” che ha Trieste e Gorizia come luoghi fondamentali. L’iniziativa, sostenuta dalla Regione Friuli Venezia Giulia, s’inserisce anche nei percorsi culturali di “Go2025! – Gorizia / Nova Gorica capitale europea della cultura”. Per la parte filmica è a cura di Federico Rossin, ed è frutto di lunghe ricerche nei principali archivi. Si tratta di un programma con un taglio pedagogico rivolto soprattutto alle nuove generazioni, che con prodotti televisivi e cinematografici, italiani e internazionali, racconta la vicenda umana e politica di Basaglia e del movimento antipsichiatrico, accompagnata da una pubblicazione che contiene una filmografia critica dedicata a documentario e malattia mentale con una prospettiva internazionale e trans-storica. Prevista anche la presentazione, in collaborazione con gli Archivi di Cinecittà – Istituto LUCE (nell’anno del centenario del LUCE) di Nessuno o tutti – Matti da slegare di Silvano Agosti, Marco Bellocchio, Sandro Petraglia e Stefano Rulli, versione più ampia, ricca e varia del noto Matti da Slegare, su grande schermo per la prima volta dal 1976 nella sua versione integrale ritrovata. 

Anche quest’anno, tante le anteprime nazionali presentate al pubblico e in concorso. Tra queste, Mourning in Lod della regista israeliana Hilla Medalia offre una speranza di pace per il conflitto israelo-palestinese: dall’immersione nel microcosmo di violenza, rabbia e speranza di Lod/Lydd, una delle cinque città “miste” abitate da israeliani e palestinesi, a 50 chilometri a ovest di Gerusalemme, emerge una storia incredibile che lega indissolubilmente e per sempre – in un dono d’amore e di futuro – le famiglie delle due parti in causa.

Con il commovente Mediha di Hasan Oswald (che sarà presente al festival), prodotto anche dall’attrice premio Oscar Emma Thompson, si riporta l’attenzione sul genocidio yadiza raccontato attraverso gli occhi e la determinazione di una adolescente (che firma molte delle riprese e parte della regia) che affronta il trauma della prigionia e della schiavitù dell’Isis – di cui è stata vittima – senza rassegnarsi, diventando protagonista e testimone del riscatto della vendita all’estero anche dei propri fratelli più piccoli.

Hiding Saddam Hussein a distanza di vent’anni fa riemergere la davvero incredibile testimonianza di un uomo semplice, un agricoltore iracheno che – obbedendo a degli ordini – tenne nascosto in casa propria il dittatore per otto mesi, nel corso di una delle cacce all’uomo più spietate degli ultimi decenni. Un racconto firmato dal regista norvegese di origine curda Halkawt Mustafa (presente al festival).

Dopo il successo di Be My Voice (e del suo tour italiano condotto da Tucker Film), vincitore del premio del pubblico al festival nel 2021, la regista svedese-iraniana Nahid Persson torna in Italia, accompagnando il suo ultimo documentario, Son of the mullah, in cui racconta la storia del giornalista iraniano Ruhollah Zam che, per l’impossibilità di esprimersi liberamente nel suo Paese, è stato costretto a raccontarne le contraddizioni dall’estero…fino a essere rapito con l’inganno e poi giustiziato dal regime iraniano. Il racconto costante della corruzione, dell’ipocrisia e della ferocia dei regimi è un esempio concreto del ruolo che il festival vuole svolgere sostenendo i film anche oltre la durata della manifestazione.

Non manca infine spazio per la leggerezza con un’altra anteprima nazionale, Alreadymade dell’olandese Barbara Visser, che racconta l’assurda storia di Fountain di Marcel Duchamp l’orinatoio più famoso di sempre, di cui la regista indaga la paternità svelando inaspettati retroscena. La riflessione sull’arte e sulla sua forza, con toni ironici e dissacranti, è anche di Soviet Barbara, altra anteprima nazionale, firmato dall’islandese Gaukur Ulfarsson’s e che vede l’“art star” internazionale Ragnar Kjartansson ricreare in pieno stile “Soviet” la soap-opera americana “Santa Barbara” in un museo moscovita di proprietà di un’oligarca, con tanto di benedizione di Putin e ospitata delle Pussy Riot, in un contrasto di denuncia e provocazione.

 Molti eventi collaterali arricchiscono come sempre l’offerta della manifestazione, che accanto alle proiezioni offre masterclass, tavole rotonde, incontri industry e approfondimenti realizzati grazie al coinvolgimento di professionisti, associazioni e ong, in particolare con un focus sul “Triangolo mancato”, cioè la grande lacuna del rapporto ordinato e coeso fra registi/produzioni, distributori ed esercenti cinematografici per quel che concerne il documentario, e la finestra sui giovani registi italiani emergenti “Italian Doc, Future!”.

Importante anche la seconda edizione di Nord Est Doc Camp, laboratorio di finalizzazione di documentari in fase di montaggio prodotti nel Triveneto e che gode del sostegno di tutte le Film Commission di questi territori, e ha visto già nella sua prima edizione uno dei film seguiti – Vista Mare – vincere il prestigioso “Festival dei Popoli” ed essere presentato al Festival di Locarno, a testimonianza della bontà del percorso di tutoraggio sviluppato.

Il festival gode del contributo del Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema, della Regione Friuli Venezia Giulia, del Comune di Pordenone, della Fondazione Friuli.

Aspettando Pordenone Docs fest 2024

Dieci film per dieci appuntamenti imperdibili di Aspettando Pordenone Docs Fest: torna ogni giovedì sera, dal 25 gennaio al 28 marzo, il programma di anteprime del festival del documentario di Cinemazero, alla XVII edizione, dal 10 al 14 aprile. Si parte, con un film tutto al femminile, tra i fumi di una sauna nel sud dell’Estonia, con “Smoked Sauna Sisterhood”, miglior documentario europeo dell’anno, giovedì 25 gennaio alle 20:45, alla presenza della regista Anna Hints. Il documentario, che arriva a Pordenone dopo l’anteprima nazionale al Trieste Film Festival e in collaborazione anche con Wanted Cinema, è un inno al potere curativo, per il corpo e lo spirito, della sauna a fumo, e alla forza interiore e tutta “al femminile” delle protagoniste che la frequentano.

Il secondo appuntamento, giovedì 1° febbraio, in collaborazione con l’Associazione Tutori Volontari di Minori Stranieri Non Accompagnati, è con la proiezione di “The Mind Game” di Sajid Khan Nasir, Eefje Blankevoort, Els van Driel. Il film è un invito a riflettere sul peso psicologico che devono affrontare i minori in fuga da soli da Paesi come l’Afghanistan. Giunti in Europa, la loro odissea prosegue nelle contraddizioni delle politiche europee d’accoglienza.  Interverranno molti ospiti: il Garante Regionale dei Diritti della Persona dr Paolo Pittaro (in video), il Giudice Onorario Tribunale Minori di Trieste dr Lucio Prodam, Associazione Regionale Tutori FVG, Save The Children e d.ssa Daniela Mannu di Il Fvg in Rete Contro la Tratta.

L’8 febbraio è la volta di “Kripton” di Francesco Munzi, che sarà presente in sala. Il film è una narrazione senza filtri della quotidianità di sei ospiti di comunità psichiatriche, e anticipa il lavoro che Pordenone Docs Fest farà sulla filmografia “basagliana” nell’anno del centenario. Attraverso lo sguardo discreto e partecipe della telecamera trovano rappresentazione le sofferenze, le crisi e le interazioni attorno alle quali prende forma il percorso di cura.

La musica è protagonista del quarto appuntamento, giovedì 15 febbraio, con l’attesissimo “Kissing Gorbaciov”, di Andrea Paco Mariani e Luigi D’Alife, che saranno presenti a Pordenone. Nel film rivive un evento storico: a Melpignano, nel Salento, 1988, per la prima volta rock-band sovietiche si esibiscono nel mondo libero, incontrando il punk rock italiano dei CCCP.

Giovedì 22 febbraio, nel triste anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina, “20 Days in Mariupol” di Mstyslav Chernov, è il racconto deiventi giorni trascorsi dal regista e giornalista ucraino con alcuni colleghi, nella città assediata. Di fronte a tanto dolore, l’autore si chiede se filmare ancora possa fare qualche differenza, ma sono gli stessi cittadini di Mariupol a implorarlo di continuare, perché il mondo sia testimone.

La sesta serata, giovedì 29 febbraio, è all’insegna della leggerezza ma anche della riflessione sulle subculture musicali: “Cocoricò Tapes” di Francesco Tavella, alla presenza del regista, concentra visioni e suoni di quel rito collettivo che è stata la discoteca più famosa d’Europa negli anni ’90. Un viaggio nel mito, attraverso il ritratto di una generazione e le contaminazioni di un periodo irripetibile e folgorante. Interverranno il regista Francesco Tavella e la produttrice Lisa Tormena.

Giovedì 7 marzo, “Theatre of Violence” di Lukasz Konopa e Emil Langballe affronta il tragico destino dei bambini-soldato in Uganda, che da vittime possono diventare carnefici. Il 14 marzo, presentato dal curatore di “Mondovisioni – I documentari di Internazionale” Sergio Fant,  “Total Trust” di Jialing Zhang che è uno sguardo sull’ipertecnologia e il sistema di controllo che adotta la Cina nei confronti di attivisti per i diritti umani, giornalisti e voci critiche del governo. “Praying for Armageddon” di Tonje Hessen Schei e Michael Rowley, giovedì 21 marzo, sempre presetato con Mondovisioni, è quasi un thriller, che indaga le pericolose conseguenze della fusione tra cristianesimo evangelico e politica statunitense: fondamentale per comprendere il ritorno del fenomeno Trump. L’ultimo appuntamento, giovedì 28 marzo è un film d’archivio, “16 millimetri alla Rivoluzione” di Giovanni Piperno, un’indagine sull’eredità del PCI e un atto d’amore per il cinema militante con protagonista Luciana Castellina.

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PO – Pordenone Docs Fest e Cinemazero insieme per le popolazioni alluvionate dell’Emilia Romagna

Cinemazero e Pordenone Docs Fest insieme per le popolazioni alluvionate dell’Emilia-Romagna! 
Da giovedì 1 a mercoledì 7 giugno torna in sala PO di Andrea Segre e Gian Antonio Stella. Il ricavato delle proiezioni verrà devoluto a sostegno delle comunità emiliano-romagnole colpite dagli eventi estremi di questi giorni.

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Andare al cinema, a vedere un film che racconta una tragedia del passato, ancora drammaticamente presente nella memoria di chi l’ha vissuta, diventa un piccolo grande gesto di solidarietà, che ciascuno può compiere. Il ricavato delle proiezioni in programma verrà devoluto alle comunità emiliano-romagnole attraverso il conto corrente attivato dalla Regione Emilia-Romagna, intestato all’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile.

 
PO è stato presentato in anteprima alla XV edizione del Pordenone Docs Fest – Le Voci del Documentario un anno fa. Prodotto da Luce Cinecittà e distribuito da ZaLab, con il supporto proprio del festival di Cinemazero dedicato al documentario, il film nasceva dalla voglia degli autori, Andrea Segre e Gian Antonio Stella, di colmare un vuoto, riportando a galla la memoria dell’esondazione del Po e della terribile alluvione in Polesine, oltre settant’anni fa.  


Il film parte da materiali cinematografici di rara bellezza: le pellicole perfettamente conservate negli Archivi dell’Istituto Luce, alternate alle interviste ai bambini polesani di allora, oggi ottantenni. Il 14 novembre 1951 l’argine sinistro del Po a poche centinaia di metri dal ponte della ferrovia Padova-Bologna si spacca. La marea invade in pochi minuti le terre del Polesine, una delle regioni all’epoca più povere, più misere di tutta Italia. Migliaia di uomini, donne e bambini scappano, mentre l’acqua rimane stagnante per mesi tra le case e le campagne. Quelle immagini, oggi, non possono non richiamare l’alluvione che ha messo in ginocchio l’Emilia-Romagna proprio in questi giorni.   


«Ciò che ci ha colpiti viaggiando negli archivi e nelle case dei nostri protagonisti è quanto il ricordo sia ancora vivo, come quella alluvione rappresenti in realtà una memoria incancellabile, un passaggio di vita e di storia del Paese da cui è difficile prescindere, lo si può nascondere, ma è davvero sbagliato dimenticarlo», commentano Segre e Stella. «Ascoltando i ricordi dei vecchi bambini polesani e guardando le immagini degli archivi abbiamo vissuto un salto temporale che ha reso questi settant’anni così vicini, tangibili, presenti».  
Memorie ancor più toccanti e vicine, ora, alla luce di quanto stanno vivendo le persone nelle terre alluvionate dell’Emilia-Romagna.  

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