La Giuria della XVII edizione di Pordenone Docs Fest – Pordenone Docs Fest

La Giuria della XVII edizione di Pordenone Docs Fest

Sarà il regista Marco Bellocchio il Presidente dell’edizione 2024, affiancato dalla regista e iraniana, premiata all’IDFA il miglior documentario Firouzeh Khosrovani e Dario Zonta giornalista e produttore di documentari e film di successo internazionale (i pluripremiati film di Gianfranco Rosi e Pietro Marcello), nella scelta del miglior documentario tra le anteprime nazionali in concorso.

Marco Bellocchio

Regista, sceneggiatore, produttore. Diplomato in regia presso il Centro Sperimentale di Cinematografia nel 1962, debutta nel 1965 con I pugni in tasca, un film che guadagna il plauso della critica per la sua rappresentazione cruda della provincia emiliana e delle dinamiche familiari. Il suo secondo film, La Cina è vicina del 1967, vince il Leone d’argento alla Mostra del Cinema di Venezia, offrendo un ritratto profetico della tensione politica in Italia prima degli eventi del ’68.
Bellocchio continua a sperimentare con documentari politici e civili come Nessuno o tutti – Matti da slegare del 1975, che ha anticipato la riforma dei manicomi di Basaglia. Esplora temi come la contestazione politica e la critica sociale in molti dei suoi progetti successivi, tra cui Sbatti il mostro in prima pagina, Nel nome del padre e Marcia trionfale. Nel corso degli anni, riceve numerosi riconoscimenti per il suo lavoro, tra cui premi a Cannes e Berlino. I suoi film più recenti includono Il traditore del 2019, che ottiene innumerevoli premi, e il documentario Marx può aspettare del 2021. Nello stesso anno riceve la Palma d’oro alla carriera al Festival di Cannes. Sempre attivo e influente, Bellocchio continua a produrre opere significative, incluso il suo recente lavoro Esterno Notte presentato a Cannes nel 2022. Nel 2023 viene premiato per la migliore sceneggiatura originale ai Nastri d’argento per il film Rapito.

Firouzeh Khosrovani

Nata a Teheran, si trasferisce in Italia per seguire i suoi studi artistici all’Accademia di Brera. Nel 2002 torna in Iran per studiare giornalismo. Il suo film d’esordio è Life Train (2004), un documentario sulla terapia ludica dedicata ai bambini traumatizzati dal terremoto di Bam. Nel 2007 dirige Rough Cut, una vera e propria allegoria documentaristica che denuncia l’oppressione politica e socioculturale sulle donne iraniane attraverso il destino dei manichini femminili mutilati nelle vetrine di Teheran. Il film vince tredici premi internazionali e impone Khosrovani come regista di rilievo per il cinema del reale. Con il suo documentario Fest of Duty segue due ragazze iraniane durante la delicata transizione dall’adolescenza all’età adulta ritualizzata nella Cerimonia del Dovere, mettendo in luce le contraddizioni della società orientata da prescrittivi modelli di genere. Il film vince il premio Oxfam dell’IDFA nel 2014. Il suo
più recente documentario Radiograph of a Family vince come miglior film al festival IDFA 2020.

Dario Zonta

Voce imprescindibile del popolare programma radiofonico di Rai Radio3 Hollywood Party, è stato redattore e collaboratore della rivista «Lo Straniero» e critico cinematografico de «L’Unità». Si specializza nel cinema documentario e sperimentale, dialogando con gli autori e investigando il loro metodo di indagine e costruzione dell’esperienza cinematografica. È produttore di tutti i film di Pietro Marcello, incluso La bocca del lupo, Bella e perduta e Martin Eden, quest’ultimo presentato in concorso alla 76° Mostra del Cinema di Venezia. Ha contribuito anche alla produzione di film significativi per il cinema documentario italiano come Tutto parla di te di Alina Marazzi, Sacro GRA (Leone d’oro alla Mostra del cinema di Venezia nel 2016) e Fuocoammare (Orso d’oro al Festival Berlino nel 2016) di Gianfranco Rosi, e Che fare quando il mondo è in fiamme? di Roberto Minervini.

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