Donne con la macchina da presa – Alle origini del documentario italiano – Pordenone Docs Fest

Donne con la macchina da presa – Alle origini del documentario italiano

a cura di Federico Rossin

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Presentando l’attività del festival, parliamo spesso del documentario come strumento per affrontare temi sociali. Nell’edizione del 2023 ci è sembrato quanto mai necessario offrire, con i film, spunti di riflessione in merito all’urgenza di una parità di genere fattiva in Italia, esplorando in sala una visione che spesso è autorialmente e per contenuti al femminile, registrando invece, fuori dalla sala, una società italiana ancora intrisa di maschilismo, più o meno consapevole. Ce lo dicono dati statistici recenti che, in modo impietoso, fotografano un Paese fra i più arretrati a livello europeo in tema di gender gap su equità salariale, tassi di occupazione, mobilità sociale, livello di istruzione.

Su questi temi, vogliamo confermare ancora una volta la nostra posizione in ambito di scelte culturali. Lo facciamo realizzando questa pubblicazione, che antologicamente ricostruisce un percorso culturale “al femminile” e si offre come risorsa per il futuro, per programmazioni, visioni, confronti, documentazione
e progettazione successiva. Allo stesso modo, confermano l’azione culturale la selezione dei titoli della retrospettiva 2023 (“Donne con la macchina da presa: alle origini del documentario femminista italiano”), e la scelta di una giuria tutta al femminile per il concorso internazionale principale del festival, perché si riconoscano le donne non più come solo oggetto del giudizio, ma anche come titolate (eccome!) al giudizio. In linea con un mondo dell’audiovisivo in costante evoluzione, inoltre, quest’anno molti registi ospiti del

festival sono donne ed è opportuno sottolineare che tale presenza preminente – peraltro di lunga tradizione al nostro festival – è il semplice risultato di una selezione che premia come sempre la qualità cinematografica. Non da ultimo, vogliamo ricordare quanto il festival sia da sempre un momento di incontro e, oggi più che mai, anche un’occasione di confronto per aggiornare gli strumenti e le strategie a disposizione – del pubblico e degli operatori del settore – nell’ottica di ridefinire insieme lo scenario del lavoro culturale secondo nuove logiche che rispondano a criteri di inclusione, parità, democrazia.

Mostrare o ricordare oggi questi film, in buona parte dimenticati, significa restituire centralità alla storia fondamentale del movimento femminista italiano e offrire a un pubblico ampio la possibilità di accedere con sguardo critico e curioso a un mosaico di visioni che racconta di questo movimento idee, contraddizioni, avanguardie, forze generative, ingenuità, lacune… ma soprattutto attualità.
La retrospettiva e questa pubblicazione sono un omaggio ma anche una testimonianza che la lotta non è finita, e che ha radici antiche. Noi cerchiamo di fare la nostra parte, con lo strumento – quanto mai attuale – del documentario.

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