Marco Bellocchio
2024Regista, sceneggiatore, produttore. Diplomato in regia al Centro sperimentale di Cinematografia nel 1962, frequenta la Slade School of Fine Arts di Londra per esordire nel 1965 con il lungometraggio I pugni in tasca che fotografa la crudezza della provincia emiliana e l’istituzione familiare nelle sue più profonde contraddizioni. Allora vince la Vela d’argento al Festival di Locarno e oggi I pugni in tasca fa parte dei 100 film da salvare ovvero quelle “pellicole che hanno cambiato la memoria collettiva del paese”. Nel 1967 vince il Leone d’argento alla Mostra del Cinema di Venezia con il secondo film dal titolo La Cina è vicina, un ritratto profetico della tensione tra ideali e realtà politica nell’Italia che verrà di lì a poco travolta dalle mobilitazioni del ’68. Con alcuni documentari politici inaugura la sua carriera con il cinema del reale: tornerà spesso al genere, mantenendo la fiction come ambito d’elezione. Assieme a Sandro Petraglia, Stefano Rulli e Silvano Agosti, realizza nel 1975 il documentario Nessuno o tutti – Matti da slegare, attenta osservazione sulla vita nei manicomi che anticipa la riforma di Basaglia. Del 1979 è il documentario La macchina cinema. La contestazione politica, la critica nei confronti della società borghese, dell’educazione cattolica e delle istituzioni prosegue in molti dei progetti successivi: Sbatti il mostro in prima pagina, Nel nome del padre e Marcia trionfale. Salto nel vuoto nel 1980 viene premiato a Cannes per l’interpretazione dei suoi protagonisti. Del 1982 è Gli occhi, la bocca. Nel 1984 adatta in versione cinematografica Enrico IV di Luigi Pirandello dirigendo Marcello Mastroianni e Claudia Cardinale e aggiudicandosi una selezione in concorso al Festival di Cannes. Del 1986 è il controverso Diavolo in corpo. Nel 1991 vince l’Orso d’argento a Berlino con La condanna contribuendo a creare un dibattito sui temi della violenza di genere. Del 1995 il documentario per la TV Sogni infranti. Nel 1997 presiede la giuria del Festival di Locarno, e nello stesso anno s’inaugura l’esprienze della scuola “Fare Cinema”, da lui diretta nel suo paese natale. I film successivi sono La balia (1999) e L’ora di religione (2002). Buongiorno, notte nel 2003 rivisita il sequestro Moro, ricevendo enorme attenzione e riaprendo dibattiti e riflessioni in tutta Italia. Del 2006 Il regista di matrimoni e del 2009 Vincere, con cui ritorna a riflettere su follia e potere (il Duce). Nel 2011 la Mostra del Cinema di Venezia lo premia con il Leone d’oro alla carriera. Nel 2012 La bella addormentata – dedicato al caso di Eluana Englaro, al fine vita – suscita polemiche enormi e aggiorna il pensiero culturale nazionale sul tema. Del 2016 Sangue del mio sangue e del 2016 Fai bei sogni. Nel 2019 il suo film Il traditore vince sette Nastri d’argento e sei David di Donatello. Nel 2021, con il documentario Marx può aspettare, commuove il pubblico del Festival di Cannes, che gli attribuisce la Palma d’oro alla carriera. Sempre a Cannes nel 2022 presenta la sua serie Esterno Notte, con cui torna sul caso Moro. Nel 2023 viene premiato per la miglior sceneggiatura originale ai Nastri d’argento per il film Rapito.