Maggio 2023 – Pordenone Docs Fest

PO – Pordenone Docs Fest e Cinemazero insieme per le popolazioni alluvionate dell’Emilia Romagna

Cinemazero e Pordenone Docs Fest insieme per le popolazioni alluvionate dell’Emilia-Romagna! 
Da giovedì 1 a mercoledì 7 giugno torna in sala PO di Andrea Segre e Gian Antonio Stella. Il ricavato delle proiezioni verrà devoluto a sostegno delle comunità emiliano-romagnole colpite dagli eventi estremi di questi giorni.

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Andare al cinema, a vedere un film che racconta una tragedia del passato, ancora drammaticamente presente nella memoria di chi l’ha vissuta, diventa un piccolo grande gesto di solidarietà, che ciascuno può compiere. Il ricavato delle proiezioni in programma verrà devoluto alle comunità emiliano-romagnole attraverso il conto corrente attivato dalla Regione Emilia-Romagna, intestato all’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile.

 
PO è stato presentato in anteprima alla XV edizione del Pordenone Docs Fest – Le Voci del Documentario un anno fa. Prodotto da Luce Cinecittà e distribuito da ZaLab, con il supporto proprio del festival di Cinemazero dedicato al documentario, il film nasceva dalla voglia degli autori, Andrea Segre e Gian Antonio Stella, di colmare un vuoto, riportando a galla la memoria dell’esondazione del Po e della terribile alluvione in Polesine, oltre settant’anni fa.  


Il film parte da materiali cinematografici di rara bellezza: le pellicole perfettamente conservate negli Archivi dell’Istituto Luce, alternate alle interviste ai bambini polesani di allora, oggi ottantenni. Il 14 novembre 1951 l’argine sinistro del Po a poche centinaia di metri dal ponte della ferrovia Padova-Bologna si spacca. La marea invade in pochi minuti le terre del Polesine, una delle regioni all’epoca più povere, più misere di tutta Italia. Migliaia di uomini, donne e bambini scappano, mentre l’acqua rimane stagnante per mesi tra le case e le campagne. Quelle immagini, oggi, non possono non richiamare l’alluvione che ha messo in ginocchio l’Emilia-Romagna proprio in questi giorni.   


«Ciò che ci ha colpiti viaggiando negli archivi e nelle case dei nostri protagonisti è quanto il ricordo sia ancora vivo, come quella alluvione rappresenti in realtà una memoria incancellabile, un passaggio di vita e di storia del Paese da cui è difficile prescindere, lo si può nascondere, ma è davvero sbagliato dimenticarlo», commentano Segre e Stella. «Ascoltando i ricordi dei vecchi bambini polesani e guardando le immagini degli archivi abbiamo vissuto un salto temporale che ha reso questi settant’anni così vicini, tangibili, presenti».  
Memorie ancor più toccanti e vicine, ora, alla luce di quanto stanno vivendo le persone nelle terre alluvionate dell’Emilia-Romagna.  

Manifesto Green: ecco il report del festival!

Un risparmio di 3,5 tonnellate di CO equivalenti: è uno dei risultati ottenuti dal Pordenone Docs Fest, grazie al Manifesto green, il decalogo lanciato quest’anno in occasione della XVI edizione del festival del documentario di Cinemazero. Il numero corrisponde a 12.637 km, la distanza totale che alcuni ospiti hanno scelto di percorrere in treno anziché in aereo, in particolare evitando i voli da e per Roma e Napoli. Ma c’è chi ha preso l’impegno verso la sostenibilità ancora più sul serio: Emma Davie, la regista di “The Oil Machine”, film vincitore del Green Documentary Award, ha viaggiato in treno da e verso Londra.

Grazie al supporto tecnico scientifico di Arpa FVG, il festival ha appena concluso il calcolo delle emissioni di CO2 eq per tutti gli ambiti per cui si potevano formulare almeno delle stime. Sono stati raccolti quanti più dati possibili sui consumi energetici, sul trasporto degli ospiti, dello staff e del pubblico, sul cibo consumato, sulla produzione di rifiuti, considerando non solo i cinque giorni della manifestazione ma, in parte, anche il lavoro d’ufficio necessario per l’organizzazione.

Il numero finale è di 49,6 tonnellate di CO equivalenti emesse in atmosfera. Il peso maggiore lo ha il trasporto delle persone, considerando anche il pubblico, con una stima di 41,4 tonnellate totali, di cui 20 sono imputabili alle auto, 16 all’aereo e 5,4 al treno. Alla luce di questi numeri, la scelta di evitare l’aereo ove possibile risulta particolarmente significativa: 3,5 tonnellate di CO eq risparmiate grazie ai viaggi in treno corrispondono alla capacità di assorbimento di carbonio di 178 alberi all’anno, se si considera che un albero adulto in clima temperato e in ambiente urbano può assorbire in media ogni anno una quantità di carbonio pari a 10-30 kg di CO (dati di Forestami, il progetto di piantumazione di tre milioni di alberi nell’area metropolitana di Milano).

Al secondo posto per quantità di emissioni ci sono i consumi energetici, stimati a 6,4 tonnellate di CO eq. È un aspetto su cui Cinemazero sta già lavorando. A breve, grazie a fondi del Pnrr e insieme al Comune di Pordenone, partiranno i lavori per l’efficientamento energetico del cinema e, sul tetto dell’edificio, verrà installato un impianto fotovoltaico in grado di produrre 21.617,6 kWh annui. L’intervento è stato progettato dallo Studio De Blasio Associati s.r.l. e verrà realizzato dalla ditta Balsamini Impianti Società Benefit srl. 

L’impronta di carbonio si completa poi con 1,8 tonnellate di COeq, relative al consumo di cibo, di carta e altri beni di consumo, oltre alla produzione di rifiuti. Molto è stato fatto per la riduzione di questo valore, già a partire da quest’anno, dalla scelta di offrire buffet vegani o vegetariani, senza spreco di cibo, ai premi in legno, ai gadget realizzati con materiale di recupero. Le borse del festival, infatti, sono state ricavate dagli scarti di tende da esterni dal laboratorio di sartoria sociale della cooperativa Nuovi vicini di Pordenone.

Tanto si può ancora fare: è proprio questo il significato del calcolo delle emissioni realizzato dal festival, con il coinvolgimento di tutto lo staff e grazie al supporto tecnico scientifico di ARPA FVG. A partire dai dati di quest’anno, il festival si impegna a elaborare nuove strategie per migliorare i propri risultati in termini di sostenibilità.  

Too much.. Orson Welles!

Dieci anni fa, nei magazzini di Cinemazero, veniva ritrovato Too Much Johnson, un breve film muto di Orson Welles del 1938, girato quando aveva solo 23 anni. Nel 2013 la pellicola, precedente a Citizen Kane/Quarto Potere e a lungo considerata perduta, è stata restaurata e presentata in anteprima mondiale a Le Giornate del Cinema Muto.
Pordenone Docs Fest, il festival del documentario di Cinemazero, ricostruisce l’eccezionale vicenda grazie a un podcast originale dal titolo “Too Much… Orson Welles!“, scritto a voce da Irene Tommasi per storielibere.fm, con la collaborazione di Massimiliano Coccia e disponibile online sulle maggiori piattaforme d’ascolto.

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Lo straordinario ritrovamento, che ha aggiunto un nuovo capitolo alla storia del cinema, nasconde in realtà una storia intricata dai retroscena misteriosi legati alla sparizione dell’ultima copia del film nell’incendio della casa madrilena del regista nel 1970: una storia perfetta per un podcast che cerca di restituire in cinque puntate non solo il viaggio tortuoso della pellicola ma anche lo scenario più ampio della New York di fine anni Trenta in cui il Too Much Johnson prende vita, la crisi economica del ‘29, il New Deal rooseveltiano, lo show business di Broadway, il nuovo teatro americano e il prolifico talento dell’enfant prodige Orson Welles.
L’autrice è Irene Tommasi, pordenonese, cresciuta nelle sale di Cinemazero, diplomata in sceneggiatura al Centro Sperimentale di Cinematografia di Milano, laureata in Filosofia e specializzata in Antropologia Culturale. Attualmente lavora nell’ambito della produzione cinematografica e collabora come selezionatrice per il Pordenone Docs Fest. «Uno degli aspetti prodigiosi del documentario – commenta Tommasi – è la sua significativa ricaduta in altri territori tematici e artistici, in un circolo virtuoso che sa innescare riflessioni, idee, azioni. L’esplorazione di queste contaminazioni è una delle linee guida del festival. Nasce proprio da questo esercizio di interconnessione, il primo podcast firmato Pordenone Docs Fest».

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Arrivederci Berlinguer! al festival UnArchive di Roma

Sabato 6 maggio alle 22:30 all’Alcazar di Roma, dopo l’anteprima al Pordenone Docs Fest lo scorso 2 aprile, inizia il tour del cineconcerto “Arrivederci, Berlinguer!”, per la regia di Michele Mellara e Alessandro Rossi, spettacolo prodotto dallo stesso festival di Cinemazero e dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, in collaborazione con Mammut Film, con la musica dal vivo di Massimo Zamboni.

 Un evento speciale che si inserisce all’interno dell’UnArchive Found Footage Fest , il festival diretto da Alina Marazzi e Marco Bertozzi (quest’ultimo anche membro del comitato scientifico di Cinemazero) che valorizza il riuso creativo delle immagini d’archivio.

“L’addio a Enrico Berlinguer”, il film corale sui suoi funerali, realizzato all’epoca, tra gli altri, da Bernardo e Giuseppe Bertolucci, Silvano Agosti, Roberto Benigni, Carlo Lizzani, Luigi Magni, Giuliano Montaldo, Ettore Scola e Gillo Pontecorvo, è stato rimontato e attualizzato, arricchito di materiali inediti, per mostrare il rapporto umano, caldo e vivo, che il politico riuscì ad avere con le masse popolari. Nella nuova versione, è un film che guarda in avanti, che non vuole celebrare ma dare spunti: per riflettere su cosa significa fare politica, viverla come comunità e in prima persona: oggi urgenza quanto mai necessaria. 

«L’umanità della figura di Berlinguer restituisce dignità, integrità e forza alla politica. Lo raccontiamo a partire dalla grande partecipazione popolare al suo funerale, – spiegano i registi. – Nel nuovo assemblaggio, a intervallare i tempi espansi della lunga cerimonia, abbiamo inserito alcuni suoi interventi che riguardano i temi che ci sembravano più vicini all’oggi: generazioni, donne, famiglia, questione morale, lavoro, e su cui ebbe parole  ancora di estrema attualità, che continuano a farci riflettere». 

Le immagini, provenienti dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, sono state girate per lo più in pellicola, tra le fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Ottanta, soprattutto durante convegni e appuntamenti pubblici a cui prese parte Berlinguer. Mostrano l’uomo politico, nella sua veste istituzionale, concedendo poco al privato. Il leader viene rappresentato sempre – forse, a volte, con una dose di serietà eccessiva – nei momenti ufficiali, nell’impeto oratorio di un comizio, nell’incontro di sezione con i militanti del partito. A questi filmati, però, se ne aggiungono alcuni che lo ritraggono nella vita privata, più caldi, momenti che restituiscono, almeno in parte, l’umanità e le fragilità dell’uomo. 

Il montaggio del nuovo film, “Arrivederci Berlinguer!”, è pensato in chiave emozionale, per coinvolgere il pubblico poggiandosi sulle composizioni musicali e la chitarra di Massimo Zamboni: la reiterazione del gesto, le folle, la commozione delle donne, dei politici, delle masse operaie, degli ultimi e dei capi di stato, i pugni alzati: tutto questo diventa sinfonia visiva e musicale allo stesso tempo.

Nord Est Doc Camp: seconda tappa al Trento Film Festival

Si è svolta nell’ambito del 71. Trento Film Festival la seconda tappa di Nord Est Doc Camp, il nuovo laboratorio di consulenza e accompagnamento per documentari medio e lungometraggi in fase di ultimazione, prodotti nel nord-est, ideato e promosso dal festival trentino insieme a Pordenone Docs Fest e Euganea Film Festival, con il sostegno di IDM Film Commission Südtirol, Trentino Film Commission, Veneto Film Commission, Friuli Venezia Giulia Film Commission e la collaborazione del Fondo Audiovisivo FVG.

Dopo il primo appuntamento a Pordenone a fine marzo, durante il quale i quatto progetti selezionati sono stati oggetto di approfondite visioni e discussioni con un panel di esperti e consulenti, a Trento una platea di professionisti dell’audiovisivo (sales agent, distributori, piattaforme, broadcaster, direttori e programmatori di festival) ha potuto scoprirli per la prima volta, in una presentazione riservata con scene selezionate e dialoghi con registi e produttori.

Alla presentazione hanno fatto seguito incontri one-to-one tra i team dei documentari e i professionisti invitati, che segnano l’inizio del percorso che porterà i quattro film al debutto e alla loro futura diffusione tra festival, sale, canali tv e piattaforme online.

In occasione della tappa al Trento Film Festival di Nord Est Doc Camp è stato assegnato anche il premio Premio Arte Video, per un servizio di authoring DCP, compreso di realizzazione e inserimento dei sottotitoli in inglese o in italiano, offerto da Arte Video S.r.l., società leader nel settore dei servizi di post-produzione cinematografica e video, con sede a Palmanova, Roma e Pasadena. La giuria, composta da Alice Arecco di Milano Film Network, Heidi Gronauer direttrice della scuola di cinema Zelig di Bolzano, e Simonetta Zanon della Fondazione Benetton di Treviso, ha premiato il progetto Vista mare di Julia Gutweniger e Florian Kofler, prodotto da Albolina Film di Bolzano, in co-produzione con l’austriaca Eutopiafilm.

La terza e ultima tappa della prima edizione di Nord Est Doc Camp, a Monselice nell’ambito di Euganea Film Festival, il 30 giugno e 1 luglio, prevede un workshop su promozione, distribuzione, marketing, comunicazione e festival strategy, con sessioni di lavoro, consulenza e pianificazione specifiche per ognuno dei progetti partecipanti.

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