Marzo 2023 – Pordenone Docs Fest

Nord Est Doc Camp 2023

Pordenone Docs Fest e Trento Film Festival, in collaborazione con Euganea Film Festival, presentano un nuovo progetto di laboratorio di consulenza e accompagnamento destinato ai documentari medio e lungometraggi in fase di ultimazione, prodotti nel Nord-Est. Un itinerario a tappe tra Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e Veneto, attraverso i festival partner, per mettere a disposizione di registi e produttori in un contesto informale la competenza di esperti selezionati, in una serie di incontri e workshop mirati a esprimere il massimo potenziale dai film in lavorazione: dall’ambito della regia a quello del montaggio, dalla post-produzione alla finalizzazione, dai festival alla distribuzione.

Il progetto si rivolge a opere in fase di montaggiodocumentarie e ibride (non di finzione), prodotte nelle regioni Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli-Venezia Giulia, e di durata finale prevista superiore ai 45 minuti. Tra i candidati inviati in seguito al bando, la commissione composta dai rappresentati dei 3 festival partner sceglierà 4 progetti, che intraprenderanno un percorso di feedback e tutoring, con l’obiettivo di consolidare la drammaturgia del film e ampliarne le prospettive di diffusone e distribuzione.

Nord/Est/Doc/Camp gode del sostegno di IDM Film Commission SüdtirolTrentino Film CommissionVeneto Film CommissionFriuli Venezia Giulia Film Commission e la collaborazione del Fondo Audiovisivo FVG.

Il percorso di accompagnamento è articolato in 3 tappe, ognuna è incentrata su ambiti e attività specifici, e si svolge nel contesto di uno dei 3 festival:

I. TAPPA – Pordenone Docs Fest / Le voci del documentario – 30/31 marzo 2023

Feedback intensivo con visione privata, valutazione e discussione del rough-cut integrale o di singole scene pre-montate (in questo caso della durata massima di 60’), con un panel esclusivo composto da 4 tutor affermati, alla presenza di produttore e regista/i del film (ed eventualmente del montatore).

II. TAPPA – Trento Film Festival – 30 aprile/1 maggio 2023

Pitch riservato a una platea selezionata di produttori, buyer, distributori, esercenti, e rappresentanti di festival, broadcaster e piattaforme, con proiezione di una scelta di scene dal film (per una durata massima complessiva di 30’) e una presentazione moderata, seguito da appuntamenti individuali tra i team e i professionisti presenti.

III TAPPA – Euganea Film Festival – 30 giugno/1 luglio 2023

Workshop organizzato in due fasi. La prima prevede interventi di esperti nell’ambito della promozione, distribuzione, marketing, comunicazione e dei festival, per tutti i film e relativi team. Nella seconda fase, si terranno sessioni di lavoro, consulenza e pianificazione specifiche per ognuno dei progetti (della durata massima di 90’).


PREMI

Premio Rete Doc by Doc Servizi – Video con messa a disposizione della sala di color correction per 1 settimana (operatore non compreso), presso lo studio Synchro di Dosson di Casier, Treviso.

Premio Rete Doc by Doc Servizi – Audio con messa a disposizione della sala di mix audio per 1 settimana (operatore non compreso), presso lo studio Synchro di Dosson di Casier, Treviso.

Premio Arte Video per un servizio di authoring DCP, con conformazione di master video ai parametri cinematografici, ricodifica in massima risoluzione PRORES e uscita DCP relativa, compreso di realizzazione e inserimento dei sottotitoli in inglese o in italiano.

Premio Fabrica per la direzione artistica, consulenza grafica e immagine coordinata di un documentario, offerto dal centro di ricerca e residenza per talenti under 25 fondata nel 1994 da Luciano Benetton e Oliviero Toscani, con sede a Catena di Villorba, Treviso.


PROGETTI SELEZIONATI

Al termine la fase di selezione dei progetti iscritti alla prima edizione di Nord/Est/Doc/Camp, i progetti selezionati sono: Lazzarone di Francesco Mattuzzi (produzione Planck Films, Rovereto), Lisca Bianca – Nata libera di Giuseppe Galante e Giorgia Sciabbica (produzione Ginko Film, Venezia), The Other Side of the Pipe di Marko Kumer (produzione Incipit Film, Udine), e Vista mare di Julia Gutweniger e Florian Kofler (produzione Albolina Film, Bolzano).

Lazzarone

Regia: Francesco Mattuzzi
Produzione: Planck Films, Rovereto
Co-produzione: L’Eubage, Samarcanda films
Michele è il riflesso “sbagliato” da cui le persone cercano le distanze. Non piace, non crea empatia anzi, disturba, irrita e non vuole compiacere nessuno. Michele è se stesso, forse la cartina tornasole di un concentrato umano a cui non vogliamo guardare? Intanto vive isolato, nella sua “favela” per colpa di un passato difficile, passa la maggior parte del tempo a spiare gli “umanoidi” attraverso il binocolo, come in un safari al contrario. La “favela” è la sua ultima salvezza, un purgatorio di penitenza che lo tiene in vita e, contemporaneamente, minaccia di spegnerla; la solitudine e la sua incapacità di cercare il prossimo sono una condanna dalla quale non riesce a liberarsi, anche se nonostante tutto anche lui cerca l’amore, forse attraverso gli abitanti del bosco o tra gli  annunci pubblicitari di un giornale locale. Spesso si perde nella natura incontaminata dei boschi circostanti alla ricerca di un contatto, ha quasi voglia di mischiarsi tra gli alberi, l’erba, così da poter sparire e diventare altro, che non sia un uomo.

Biografia
Francesco Mattuzzi è regista e produttore cinematografico. Nel 2010 ha presentato il film 3D Future Archaeology nella sezione Orizzonti alla 67. Biennale di Venezia, e nel 2016 con The Weight of Dreams ha vinto il Premio RAI Cinema a Visioni dal Mondo International Film Festival di Milano. È stato selezionato come regista emergente al Berlinale Talents 2016, ed è docente in filmmaking presso la Libera Università di Bolzano. Ha recentemente vinto il bando Veneto Writing Lab in collaborazione con Torino Film Lab, per la scrittura del progetto di fiction It’s a Good Day Out.

Lisca Bianca – Nata libera

Regia: Giuseppe Galante e Giorgia Sciabbica
Produzione: Ginko Film, Venezia
Il film racconta la storia di Lisca Bianca II, una barca a vela che da quasi 40 anni “cambia la vita delle persone”. Lisca è stata prima un nido d’amore per i coniugi Albeggiani, che l’avevano costruita, e con cui ha fatto per due volte il giro del mondo ed ora è diventata un’occasione di riscatto per persone con fragilità. Le storie di Marco e Andrea, gli skipper attuali della barca, di Diana Albeggiani, figlia dei vecchi proprietari, e di alcuni giovani impegnati in un percorso di giustizia riparativa, ci guideranno in questo viaggio tra passato e presente, per scoprire come un veliero possa incarnare per ognuno di loro il senso dell’utopia. Miglio dopo miglio, il film seguirà i tentativi di riscatto personale dei vari personaggi attraverso la mitica figura di Lisca, un “essere” quasi magico che, rinato dalle sue ceneri dopo anni di abbandono, continua a coltivare sogni di libertà.

Biografie
Da sempre appassionata del genere documentario, Giorgia Sciabbica persegue la sua inclinazione diplomandosi al Centro Sperimentale di Cinematografia, sede Sicilia. L’esperienza da filmmaker si fortifica all’estero, prima in una casa di produzione a Madrid e poi trasferendosi definitivamente a Londra. Nel Regno Unito inizia un percorso lavorativo, concentrandosi nella post-produzione televisiva. Accumula una solida esperienza presso importanti case di post-produzione come Splice e broadcaster come Warner Bros e Sky Tv.
Giuseppe Galante si laurea in Scienze della Comunicazione presso l’Università di Palermo. Durante gli anni universitari collabora con diverse associazioni culturali e politiche occupandosi di comunicazione audiovisiva. Dopo la laurea si trasferisce in Spagna dove ottiene un diploma in Documentario di creazione presso l’Observatorio de Cine di Barcellona, per il quale poi lavorerà come montatore. Come regista e filmmaker ha realizzato i documentari Baciami Giuda e I la nau va e contenuti audiovisivi per diverse organizzazioni culturali e sociali.

The Other Side of the Pipe

Regia: Marko Kumer
Produzione: Incipit Film, Udine
Co-produzione: Rusaalka Films, Slovenia
Una battaglia etica e ambientalista unisce tre uomini lontani tra loro, leader di movimenti di protesta in tre diversi paesi, nel contrastare il più grande progetto energetico europeo mai concepito: un gasdotto che dall’Azerbaigian attraversa la Grecia e arriva fino al Sud dell’Italia. Il documentario segue le vicende di Themis, Ippazio e Altay: tre idealisti le cui ragioni saranno suffragate anche dalle condanne dei tribunali ai politici corrotti che hanno sostenuto la costruzione del gasdotto. Una prima vittoria in questa lotta volta a preservare la natura, la democrazia e i valori europei che ancora continua.

Biografia
Nato nel 1980 a Slovenj Gradec, Marko Kumer è regista e produttore di numerosi documentari e cortometraggi pluripremiati. Ha fondato le case di produzione cinematografica EnaBanda nel 2011 e Rusaalka Films nel 2016. È stato ideatore del seminario di sceneggiatura di cortometraggi Kratka Scena a Lubiana, dove sono ospitati i migliori esperti di sceneggiatura di tutta Europa. È anche uno dei promotori della giovane associazione di produttori Prodorni producenti, parte della più grande associazione di produttori slovena.

Vista mare

Regia: Julia Gutweniger e Florian Kofler
Produzione: Albolina Film, Bolzano
Co-produzione: Eutopiafilm, Austria
Anche se alla fine nessuno lo vuole ammettere – tutti vanno sull’Adriatico. Estate dopo estate, milioni di turisti sono attratti dalle spiagge apparentemente infinite tra Lignano, Jesolo e Riccione. Fila dopo fila, ombrelloni colorati dominano il paesaggio della “più grande vasca da bagno d’Europa”. Ma dietro si nasconde un gigantesco sistema che rende possibile la gestione industrializzata delle masse di vacanzieri. Vista mare offre uno sguardo dietro le quinte di questo sistema operativo, mostra le persone che lo fanno funzionare e racconta le loro realtà lavorative tra palme di plastica e pedalò. All’ombra del presunto idillio vacanziero, il film rende visibili quelle persone che iniziano a lavorare quando il resto di noi può finalmente smettere di farlo. Tra sogni estivi  nostalgicamente trasfigurati e contratti stagionali precari, Vista mare cerca le crepe nel cosmo della spiaggia e mostra in immagini cinematograficamente precise le contraddizioni e gli abissi del sistema adriatico.

Biografia
Julian Gutweniger e Florian Kofler sono due filmmaker e artisti/e provenienti dall’Alto Adige e residenti a Linz in Austria. Insieme hanno creato il documentario lungometraggio Security123 (vincitore Next Masters a Dok Leipzig 2019 e Genziana d’argento – Miglior contributo tecnico-artistico al Trento Film Festival 2020) e i documentari mediometraggi Brennero e Pfitscher.


PARTNER

Nord/Est/Doc/Camp gode del sostegno di IDM Film Commission SüdtirolTrentino Film CommissionVeneto Film CommissionFriuli Venezia Giulia Film Commission e la collaborazione del Fondo Audiovisivo FVG

Se la notte scomparisse – mostra fotografica

Inaugura venerdì 17 marzo alle 17:30 alla Galleria Harry Bertoia di Pordenone Se la notte scomparisse, la mostra fotografica di Mattia Balsamini, a cura di Matete Martini. Due giovani artisti del territorio diventano così protagonisti di un’iniziativa promossa dal Comune di Pordenone con Cinemazero, in occasione della XVI edizione del Pordenone Docs Fest. Le voci del documentario (29 marzo – 2 aprile) con l’intento condiviso di sensibilizzare su un tema delicato.

«Ringrazio Cinemazero per aver proposto questa mostra. L’esposizione di Balsamini rientra a pieno titolo in uno dei filoni culturali che il Comune sostiene, e cioè valorizzare, rilanciare e dare spazio ai giovani talenti della nostra città. In questo caso parliamo di un fotografo affermatissimo, a conferma della prolificità di Pordenone sotto il profilo artistico e culturale», dichiara l’assessore alla Cultura e vicesindaco Alberto Parigi.

Al centro di questa iniziativa di valorizzazione dei talenti pordenonesi c’è il progetto di ricerca artistica che Balsamini, fotografo trentenne e già affermato a livello internazionale, ha dedicato all’inquinamento luminoso e all’incredibile “scomparsa del buio”. Il libro fotografico che accompagna la mostra, intitolato Protege Noctem — If darkness disappeared, edito da Witty Books, è realizzato in collaborazione con il giornalista Raffaele Panizza, autore anche di tutti i testi  al suo interno, presenti in mostra. La mostra, a ingresso libero, rimarrà aperta fino al 30 aprile, da giovedì a domenica, dalle 15:00 alle 19:00.

«Vogliamo andare oltre il sensazionalismo mediatico e l’infinità di immagini viste, prodotte e rilanciate in continuo, spegnere le luci, rallentare e darci il tempo per riflettere, con i tanti film che si vedranno a Cinemazero e grazie alle foto di Mattia Balsamini in mostra alla Galleria Bertoia, che pongono l’accento sul tema sottovalutato dell’inquinamento luminoso», così Riccardo Costantini, curatore del Pordenone Docs Fest, spiega la sinergia tra il progetto fotografico e il festival del documentario, che trasforma la città in un osservatorio privilegiato sulla realtà. La mostra e la pubblicazione che la accompagnano invitano lo spettatore in un viaggio tra le ultime sacche di resistenza all’onnipresenza della luce, ma espone anche i rischi e i tentativi di correzione ai danni che l’assenza di buio stanno già concretamente causando all’ecosistema, esseri umani compresi.

Nel suo lavoro, Balsamini mette al centro storie che intrecciano scienza, tecnologia, temi sociali e problematiche ambientali, rappresentandoli in modo onirico. «Nella mia ricerca fotografica, il tema del buio è inteso non come entità da cui proteggersi, – afferma l’artista, – ma come spazio per esprimermi, per dare respiro a ciò che non si considera, per far emergere qualità che vengono appiattite dalla troppa luce che ci circonda giorno e notte». Il progetto infatti rappresenta una panoramica randomica che ribalta il senso comune e mostra quanto sia proprio l’oscurità negata a mettere a rischio degli equilibri che la sovrabbondanza di luce stanno già mettendo in crisi.

Il progetto nasce dalla presa di coscienza che per gran parte degli esseri umani ormai il cielo non è più davvero buio, di notte, rischiarato da una sovrabbondanza di luci artificiali, con conseguenze sulla salute umana e sugli ambienti naturali. Si legge nel catalogo della mostra: «Le luci pubbliche, le finestre, i lampioni, persino i fari a LED, emettono uno spettro blu che abbaglia l’ecosistema notturno e danneggia il ciclo circadiano dell’uomo, la sua danza endocrina di sonno e di veglia». Il Parlamento Europeo, infatti, ha sollevato il problema attraverso la Strategia per la Biodiversità 20230, con la richiesta di ridurre l’uso esterno di luci artificiali a tutela della fauna. «Non solo luce in terra, ma anche luce lassù: il proliferare di satelliti per le telecomunicazioni crea false strisce cosmiche che impediscono agli astronomi di compiere studi sulla volta celeste».

Un monito, dunque, che intercetta la sensibilità del Pordonone Docs Fest – da sempre impegnato nell’attivazione di buone pratiche ecologiche, oltre che di denuncia – e lo storico impegno di Cinemazero nella valorizzazione delle eccellenze del territorio, che ha il pregio di porsi come campanello d’allarme capace di stupire anche con la forza e la bellezza delle immagini.

BIOGRAFIA DELL’ARTISTA

Nato a Pordenone nel 1987, Mattia Balsamini studia fotografia negli Stati Uniti e inizia a lavorare in California, prima in ambito commerciale, poi presso lo studio di David LaChapelle. Lavora per i più grandi marchi internazionali e – fra gli altri – Financial Times, Fondazione Prada, GQ, GEO, Internazionale, Liberation, il Max Planck Institut di Monaco, il MIT di Boston, la NASA, TIME, The New York Times, The Observer, il Politecnico di Milano, The Guardian, Vogue, WIRED…

Una giuria tutta al femminile!

Sarà la grande regista cilena Valeria Sarmiento a presiedere la Giuria, tutta al femminile, della XVI edizione del Pordenone Docs Fest. Le voci del documentario, il festival di Cinemazero che anche quest’anno, dal 29 marzo al 2 aprile, trasforma il capoluogo friulano in un osservatorio privilegiato sulla contemporaneità. Accanto a Sarmiento, a giudicare i film in concorso ci saranno Costanza Quatriglio, regista e sceneggiatrice, direttrice artistica e coordinatrice del Centro Sperimentale di Cinematografia – documentario, e Beatrice Fiorentino, giornalista e critica cinematografica, delegata generale presso la Settimana Internazionale della Critica alla Mostra del Cinema di Venezia. Sarmiento, fuggita dalla dittatura di Pinochet per proseguire la carriera a Parigi, con il marito Raúl Ruiz, è autrice di film che illustrano la realtà dell’America Latina da un punto di vista prettamente femminile. Di lei, a Pordenone, verranno presentati per la prima volta in Italia alcuni rari documentari. 

«Abbiamo scelto un terzetto d’eccellenza, a dimostrazione che le donne, nel mondo del cinema e della cultura, ci sono e hanno profili di assoluta qualità. – Dice il curatore del festival Riccardo Costantini. – Bisogna allargare ancora di più la loro partecipazione e valorizzare la loro presenza in tutta la filiera». 

Le tre giurate avranno il compito di valutare quindici documentari in anteprima nazionale, tutti provenienti dai maggiori festival mondiali. Di questi, dieci vedono alla regia una donna, individualmente o come coautrice. Oltre 400 i film valutati nella preselezione, per arrivare ai 46 titoli in programma (7 dei quali sono documentari in Realtà Virtuale), tutti accompagnati da registe e registi, provenienti dai Paesi più diversi: Iran, Francia, Italia, Olanda, Perù, Siria, Repubblica Ceca, Stati Uniti, Gran Bretagna, Serbia, Ucraina, Turchia, Cile, Pakistan, Danimarca. 

Inclusività, ecologia, femminismo, guerra, disabilità sono i temi che il festival mette in luce con occhi diversi, a rispecchiare la complessità del mondo e le molteplici sfaccettature attraverso cui guardarlo.  

«La nostra selezione ha motivazioni ben precise: punta ad accendere i riflettori su temi di assoluta importanza sociale, partendo prima di tutto dalla qualità e dalla capacità dei film di coinvolgere il pubblico per la loro bellezza, – prosegue Costantini. – Il documentario di qualità può agire concretamente per il cambiamento: i film che proponiamo sono i più intensi e validi sui temi dell’oggi».  

Tra questi, a conferma della vocazione al femminile dell’edizione di quest’anno, “Destiny” di Yaser Talebi, è il ritratto di una giovane iraniana che combatte per i suoi sogni. Vuole essere libera di studiare Medicina, realizzando il desiderio di sua madre, ma anche di avere una vita sui social, ballare e cantare. La famiglia allargata, però, ha altri piani per lei. Il film è un viaggio nell’Iran contemporaneo, lontano dalle città, dove religione e tradizione condizionano rigidamente la vita. ”My name is Happy” di Nick Read e Ayse Toprak racconta l’impegno di una popolarissima star di TikTok e cantante contro la violenza sulle donne in Turchia. La protagonista, una donna curda del sud-est del paese, è capace di trasformare il dolore per il femminicidio della sorella e delle violenze che lei stessa ha subito in un messaggio di protesta per tutte le donne. E ancora “Moosa Lane”, è il personale racconto epico familiare, fra migrazione e necessità di radici umane, della regista danese-pakistana Anita Mathal Hopland, che guarda alla storia delle sue due famiglie, tra Karachi e Copenhagen, per quindici anni.  

Il festival, inoltre, propone la retrospettiva Donne con la macchina da presa, a cura di Federico Rossin in collaborazione con i principali archivi italiani, per ripercorrere le origini del documentario femminista italiano. «Le registe donne facevano film per tutte le donne, per cambiare la vita e la società, usando tutte le armi che il cinema a basso costo poteva loro garantire», afferma Rossin. Le proiezioni diventano un’occasione per chiedersi a quali film del passato le giovani militanti di oggi possono guardare, riconoscendovi i primi passi di una battaglia culturale ancora in corso.  

Oltre alle proiezioni, sempre accompagnate da registi ed esperti, il programma si arricchisce di occasioni di approfondimento legate al mondo del documentario e non solo: convegni, masterclass, matinée, seminari, workshop, concerti, presentazioni di libri, momenti Industry, mostre fotografiche: una proposta articolata, per restituire al pubblico un’immagine mai scontata o definitiva, ma quanto più nitida e completa sui temi e gli argomenti che da sempre il festival mette al centro della sua ricognizione.  

Iscriviti alla Newsletter


Sei unə studentə?